Donna uccisa in casa: colpita alla testa

La vittima, con problemi a deambulare, trovata senza vita dalla badante

Donna uccisa in casa: colpita alla testa

Un urlo lancinante, così agghiacciante da essere sentito fino al Lungomare degli Ardeatini.

Orrore nel comune di Ardea, in provincia di Roma, dove martedì pomeriggio è stata trovata senza vita Gabriella Bartolotta, 68 anni. La donna, che era conosciuta nel quartiere anche se ultimamente usciva poco, è morta nella sua abitazione al civico 82 di una villetta di via del Pettirosso, a pochi metri dalla piazza intitolata a Falcone e Borsellino.

È stata trovata riversa sul pavimento e aveva una profonda ferita alla testa. Si sospetta che sia stata uccisa. Era vedova da tempo e aveva evidenti problemi di deambulazione. Ma era ostinata e aveva scelto di vivere da sola, aiutata da una collaboratrice domestica che si prendeva cura di lei due volte alla settimana.

Anche martedì era andata per accudirla, ma quando è entrata nella casa, dopo le 16.30, è rimasta sconvolta dalla macabra scena. Alla vista della donna, stesa a terra inerme, con la testa coperta di sangue e una profonda lacerazione, ha iniziato a gridare più forte che poteva. La sua richiesta di aiuto è stata accolta da una vicina di casa di Gabriella, che senza sapere ancora cosa fosse accaduto, ha chiamato immediatamente il numero delle emergenze chiedendo di intervenire subito.

Sul posto sono arrivati i sanitari del 118 e i militari della compagnia dei carabinieri di Anzio e della stazione di Tor San Lorenzo, diretti dal Capitano Giulio Pisani. Ma per la sessantottenne non c'è più nulla da fare ed era troppo tardi anche solo per tentare di rianimarla. Del caso si occupa la Procura di Velletri e il pm Giancarlo Amato ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia sulla salma, che è già stata disposta dal magistrato e servirà a capire se si è trattato di un incidente o se la poveretta, come sospettano i militari dell'Arma, sia stata uccisa con un colpo fatale alla nuca. Importante anche stabilire l'ora precisa del decesso, per restringere il campo delle indagini.

L'ipotesi più battuta è che si possa essere trattato di una rapina finita nel peggiore dei modi. Ma dentro la casa non è stata trovata alcuna arma che potrebbe essere stata usata per ucciderla.

L'appartamento, però, non era a soqquadro e apparentemente, secondo un primo riscontro, non mancava nulla. Nemmeno la serratura era stata forzata. È verosimile che Gabriella possa aver aperto la porta al suo assassino, qualcuno che conosceva e di cui si fidava. Fin dai primi minuti sono state ascoltate diverse persone, per provare almeno a chiarire i contorni della vicenda. La casa è già stata posta sotto sequestro e i tecnici della scientifica hanno già fatto i rilievi a caccia di eventuali impronte lasciate dal kiler.

Al piano interrato del villino, vive uno dei due figli della donna, che parlando con gli inquirenti ha detto che non era in casa martedì pomeriggio.

Interrogati anche conoscenti e vicini della vittima per capire se qualcuno abbia notato qualcosa di strano quel pomeriggio o se negli ultimi tempi Gabriella abbia avuto visite di persone sospette.

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