Venezia. Quale discriminazione se il sessismo è targato sinistra. A Venezia il 5 settembre prossimo si disputa la celebre Regata Storica, l'appuntamento principale della voga alla veneta praticata da millenni nella città lagunare. A precedere le gare c'è una sfilata di decine e decine di imbarcazioni tipiche del Cinquecento, multicolori, con i gondolieri in costume che trasportano il Doge, la Dogaressa e tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana. Uno spettacolo unico al mondo. Accade però che durante la seduta consiliare del Comune di Venezia del 21 luglio scorso la maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Luigi Brugnaro abbia respinto un emendamento del Pd con cui si chiedeva di stanziare 7300 euro per equiparare i premi delle donne con quelli degli uomini. La proposta è stata bocciata. Non solo dagli uomini. Anche le donne hanno votato contro. Sia le donne fucsia, il colore della lista di Brugnaro, sia Forza Italia e Fratelli d'Italia. Come a dire le tradizioni vanno rispettate fino in fondo. La regata dei gondolini infatti, cioè degli uomini, è sempre stata ritenuta il fulcro della manifestazione. Il giorno dopo però sono esplose le polemiche. Figuriamoci. «Occasione persa», hanno detto quelli del Pd. «Deve finire questa discriminazione e la Regata Storica poteva essere un evento per lanciare un messaggio positivo e diverso». A quel punto allora si è mosso il sindaco Luigi Brugnaro che ha detto «ci saranno premi uguali per uomini e donne per tutta la stagione. Fino a oggi sono stati i regatanti a definire la suddivisione dell'ammontare complessivo dei premi messo a disposizione dal Comune». Come spiega il consigliere delegato alle Tradizioni - a Venezia esiste anche questo - Giovanni Giusto: «la verità dei fatti è un'altra e dimostra che questa amministrazione comunale aveva già previsto un aumento del montepremi delle Regate di voga alla veneta ancora prima che qualcuno presentasse un emendamento al bilancio che ha assunto tutti gli aspetti di una bandierina politica da sventolare». Ma perché votare contro allora? «La proposta del Pd - spiega Giusto al Giornale - andava ad abbassare il premio degli uomini, noi invece alziamo quello delle donne». Sarebbe stata proprio l'Associazione Regatanti ad aver spartito i premi stabilendo che «i gondolini dovessero prendere netti 1773,77 euro, mentre le vincitrici 1440,3 euro. Il mondo dei Regatanti viene rappresentato da un'associazione - spiega Giusto - che attraverso un'assemblea spartisce il montepremi. La disparità ci derivava da questo. La nostra intenzione è pareggiare questa situazione che non è più accettabile tra le due categorie. Il montepremi della regata degli uomini sarà uguale a quello delle donne. Questo è stato fatto con l'intento di abbattere le differenze di genere nello sport. Ci sono tre categorie di bambini e di bambine fino ai 14 anni non compiuti che gareggiano da 15 anni in Regata Storica con le stesse modalità». «Non sarà qualche interrogazione parlamentare - ha incalzato il sindaco - della ex presidente alla Camera Laura Boldrini a togliere al Comune l'onore di essere stato il primo a garantire la parità dei premi e a risolvere questa annosa questione».
Insomma una battaglia all'ultima stoccata dove conta chi per primo ha fatto cosa.
Anche perché, a volerla dire tutta, la parità di genere esisteva già nel 700: i premi erano uguali, 40 ducati per i primi classificati uomini e 40 ducati per le donne. Fu un'amministrazione di sinistra, nel moderno 1977, a introdurre le disparità. Guarda un po'.
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