C'è una certa ipocrisia ormai diffusa in molti ambienti radical chic del nostro Paese. Tra tanti, lo dimostrano anche Chiara Ferragni e suo marito Fedez. Sì, perché mentre da un lato, appena poche settimane fa, l'influencer di City Life si lamentava dei problemi di sicurezza di Milano, denunciando che «la situazione è fuori controllo» e che «abbiamo bisogno di fare qualcosa», dall'altra parte suo marito non si è mai adeguatamente scusato con i carabinieri e i membri delle forze armate per averli chiamati «figli di cani» e «infami» nella canzone «Tu come li chiami».
Certo, dopo la risposta seccata di Beppe Sala, che ha derubricato a «opinione» da lui non condivisa la denuncia della Ferragni, l'influencer ha fatto un passo indietro e ha taciuto. Ma resta un fatto: chi deve vigilare sulla sicurezza del nostro Paese? Già, proprio quelli che Fedez ha definito «infami» e «figli di cani». Carabinieri, poliziotti, forze dell'ordine e forze armate in generale, che a fine mese guadagnano una cifra pari a quella che la signora Ferragni incassa dicendo «hi guys» sui social. Forse anche meno.
Gli stessi che vengono costantemente derisi e infamati, come testimonia anche il recentissimo caso di un altro rapper, Frah Quintale, che ha condiviso un fotomontaggio con l'immagine di alcuni poliziotti in servizio le cui facce sono state trasformate in volti di maiale, sono quelli che ogni giorno lavorano per preservare l'incolumità dei cittadini. Anche di Fedez, che li definisce «infami». E sì che di sicurezza e di lavoro ce n'è da fare, anche a Milano dove vivono i Ferragnez. Forse dal loro attico di City Life non notano quello che accade nella vita vera o forse lo notano e preferiscono girarsi dalla parte opposta, perché è più comodo. E qualcuno aveva pure creduto a quell'exploit contro Beppe Sala.
«Troppo facile prendersela con chi ha il dovere di far rispettare le regole per il bene di tutti e che ogni giorno affronta mille difficoltà e mille rischi per farlo al meglio. Anche la coerenza è un valore importante ma non pare fare più parte del patrimonio di questa società», ha dichiarato Stefano Paoloni, segretario generale del Sap. La dignità che poliziotti e forze dell'ordine mettono ogni giorno nel loro lavoro, nonostante ci sia chi li chiama pubblicamente «figli di cani», sottolinea Paoloni, è più importante di tutto ed è messa a disposizione dell'interesse nazionale per la tutela della pubblica sicurezza. Con quella stessa dignità, che contraddistingue tutti gli uomini e le donne che indossano una divisa, il segretario generale del Sap si batte il petto nel rimarcare i valori che muovono ogni giorno gli appartenenti alle forze dell'ordine: «Noi non abbiamo pregiudizi e abbiamo giurato di aiutare tutti, anche quelli che ci sputano in faccia».
La speranza è che Fedez, ma come lui tutti quelli che quotidianamente si sentono liberi di rivolgersi così alle divise solo perché la procura di Milano ha stabilito che quanto detto dal marito della Ferragni «non ha i connotati del vilipendio ma solo quelli - penalmente irrilevanti - della critica aspra», facciano una riflessione. Per riprendere le parole di Paoloni, fin troppo vere, «siamo in un mondo di imbecilli».
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