Non credo che l'infortunio in cui è incorsa la Volkswagen negli Stati Uniti - colta in fallo da un sofisticato test anti-inquinamento - debba farci dubitare della capacità della Germania di produrre automobili. Ciò che conta - come per ogni altro prodotto - è il giudizio dell'utente e il mio è decisamente positivo. Ho tenuto per quindici anni una Passat, che non mi ha mai offerto l'opportunità di lamentarmene. Me ne sono liberato per comprare una Mercedes - altra prova della mia fiducia nelle auto tedesche - della quale sono parimenti soddisfatto. Ho viaggiato con mio figlio alla guida, che non è propriamente uno che non sottoponga le auto a test impegnativi. Se non siamo usciti di strada è evidentemente perché l'auto è stabile. L'assistenza è impeccabile. Non ho idea se la mia Mercedes supererebbe un test anti-inquinamento negli Usa e confesso che non mi interessa neppure saperlo. Vivo fra l'Italia e la Francia e nessuno se ne è lamentato. Sarei felice - per ragioni attinenti al rispetto per il mondo in cui vivo - se non inquinasse, ma non me ne farei un gran cruccio se venissi a sapere che inquina per gli standard americani. Se lo fa, lo fa in una misura accettabile. Quando compro un'auto, mi preoccupo di altri parametri - estetici, stabilità, comodità, velocità e ripresa, consumi - fra i quali non c'è l'anti-inquinamento. Anche quella dell'anti-inquinamento è un'industria che, probabilmente, fa i propri interessi esattamente come la Volkswagen fa i propri. Tutto sta che a pagarne il prezzo non siano l'utente e il cittadino. Prima della Volkswagen avevo avuto a lungo delle Fiat, che non avevano la solidità delle tedesche, ma andavano ugualmente bene ed erano bene assistite non fosse altro grazie al fatto che mio padre era un dipendente Fiat, ancorché in un altro settore (navale).
Uso l'auto solo per viaggi lunghi - per andare in campagna, dove ho casa, e mai in città, dove mi muovo sempre in taxi. Non considero l'auto un simbolo del quale vantarsi, e trovo la mia Mercedes solo comoda e sicura quanto mi serve. Ciò che dico è frutto dell'esperienza.
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