La sinistra tenterà di far saltare il banco anche con l'Egitto. Il prossimo memorandum sull'immigrazione può riguardare i rapporti tra l'Ue e il Paese di al-Sisi. E il Partito socialista europeo è già in fermento, Pd compreso. Se anche gli altri cittadini europei concordassero con la Meloni sulla gestione dei fenomeni migratori, le elezioni europee si complicherebbero non poco per ii fronte progressista. Il Pse non vuole fare la parte di Dario III a Gaugamela. E allora cerca delle contromisure, spalleggiato dal sistema delle Ong. Il piano ha degli interpreti: Joseph Borrell (ovviamente), il presidente della commissione Libe Lopez Aguilar e la presidente degli europarlamentari Iratxe García Pérez. Tutti e tre in prima linea contro il memorandum con la Tunisia. Tutti e tre sull'allerta in caso di accelerazione con l'Egitto. E il Pd al seguito. Il grimaldello individuato sono i diritti civili. Le nazioni che non li rispettano non sono partner con cui contrarre accordi: questa è la litania ideologica che i socialisti Ue sventolano sia negli incontri pubblici sia in quelli istituzionali. Non è complicato vederci un disegno. Vogliono «far saltare ogni accordo tra Ue e paesi nordafricani, oggi la Tunisia e domani l'Egitto, per mettere in difficoltà i governi di centrodestra in Italia ma anche in Grecia», premette Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione in Ue di Fdi. «Un gioco elettorale cinico che rafforza i trafficanti», chiosa. Il Pse intanto incamera forze fresche, con Enrico Letta relatore sul mercato unico per stretta volontà belga. Lo stesso Letta che aveva espresso perplessità sull'accordo tra Eni ed Egitto sul gas, ponendo anche in quel caso la questione del rispetto dei diritti umani.
«La sinistra europea - ci dice Vincenzo Sofo, europarlamentare di Fdi - ha dato di matto appena ha visto che Consiglio e Commissione europea, dopo il caso Ocean Viking, hanno iniziato a cambiare approccio». Questa, per i meloniani, l'origine della strategia del Pse. La stessa che riguarderà qualunque tentativo di accordo con i Paesi nordafricani. La chiave narrativa è «utilizzare i diritti civili - continua Sofo - come noi li intendiamo in Occidente». La sinistra vuole usarli «come arma per impedire ogni tentativo di frenare dei flussi migratori. Ovviamente è una scusa, perché il mancato rispetto dei diritti civili e umani non ha mai impedito l'Ue in passato di siglare accordi con Paesi terzi», specifica l'esponente Ue di Fdi. La conseguenza viene da sé.
«Immaginare che per siglare un accordo con un Paese africano si debba prima aspettare che il suo sistema democratico diventi perfetto, che si adegui all'agenda Lgbt o che faccia progressi green - prosegue Sofo -, significa impedire scientificamente lo sviluppo di questi accordi». I viaggi provocazione in Tunisia di qualche europarlamentare, le dichiarazioni critiche in Parlamento e la campagna ideologica contro i memorandum hanno uno scopo certo: tutelare i porti aperti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.