A funestare il voto nei circoli al congresso del Pd non ci sono solo le accuse incrociate di brogli e tessere gonfiate. C'è anche un punto più politico, nel clima di veleni che infesta i dem. Ed è l'ossessione per gli infiltrati. Una cartina di tornasole che fa capire come il Partito Democratico si senta stretto in una tenaglia tra il Terzo Polo e il M5s. I sostenitori di Stefano Bonaccini puntano il dito contro le incursioni pro-Schlein da parte di elettori e simpatizzanti grillini. Di contro, chi appoggia la mozione di Elly Schlein agita lo spettro di voti per il governatore dell'Emilia Romagna in arrivo da Azione e Italia Viva e perfino dal centrodestra. Gli scambi al fiele tra i supporters dei due candidati favoriti partono dai territori e arrivano in Parlamento.
A Caserta, ad esempio, una delle città in cui ci sono più dubbi sulla regolarità del voto e del tesseramento, anonimi dirigenti del Pd fanno sapere: «Qua ci sono infiltrati di Azione e della destra». La denuncia, ovviamente, arriva da chi sostiene Schlein. Anche per quanto riguarda il terrore delle quinte colonne, la situazione è più tesa nel Mezzogiorno. In molte aree della Sicilia e della Campania, i militanti e gli eletti che appoggiano Bonaccini lanciano l'allarme sulle incursioni pentastellate, in regioni dove il Movimento di Giuseppe Conte può contare su una base elettorale molto ampia. Stesso spartito nei comuni dove prevale la neo deputata espressione della sinistra dem. Il tic è automatico: «Vince Schlein perché vanno a votare i grillini». E viceversa, dove prevale Bonaccini: «Ci sono infiltrati del Terzo Polo e della destra».
L'ossessione per gli infiltrati è deflagrata nelle ultime ore. Ma il tema veniva buttato lì dai vari dirigenti dem già nelle scorse settimane, quando al Nazareno infuriava la polemica sul voto online. Proprio in quel frangente, i pro-Bonaccini hanno espresso privatamente la loro paura che la consultazione elettronica avrebbe potuto favorire invasioni di campo organizzate da parte dei Cinque Stelle.
A Roma i parlamentari delle due mozioni si guardano in cagnesco. Ed ecco le accuse a vicenda, che rimbombano anche tra i corridoi di Camera e Senato. «Bonaccini si serve dei renziani e dei calendiani», sussurrano a sinistra. «Schlein vuole i voti grillini», sospirano i riformisti.
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