Elezioni in Calabria, giallorossi in crisi: nuovo tonfo di M5S e Pd

A Lamezia Terme i giallorossi fanno peggio che in Umbria. Movimento sotto il 5%. Ora si pensa al ritiro dalle Regionali. Pd fermo al 12%

Elezioni in Calabria, giallorossi in crisi: nuovo tonfo di M5S e Pd

I giallorossi fanno peggio che in Umbria. Movimento 5 stelle e Pd crollano ancora, e stavolta si tratta di uno dei peggiori risultati elettorali della loro storia.

L'ultimo tonfo è quello di Lamezia Terme, una delle città più grandi della Calabria che ieri è tornata al voto dopo il commissariamento per infiltrazioni della 'ndrangheta. Nessun candidato ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti, e dunque il prossimo sindaco verrà scelto attraverso il ballottaggio, che si svolgerà il 24 novembre.

A contendersi la guida del Comune saranno l'ex primo cittadino Paolo Mascaro, che ha ottenuto il 38% dei voti grazie all'appoggio di due liste civiche, e il promoter Ruggero Pegna (24%), che era sostenuto da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Udc.

Ma i dati più clamorosi riguardano i due partiti che compongono l'attuale governo, entrambi esclusi dal ballottaggio. Debacle assoluta per il M5S, che ha ottenuto il 4,1% (meno di mille voti) e fa peggio anche del suo candidato sindaco, Silvio Zizza (4,5%). Il Pd, il cui aspirante primo cittadino era Eugenio Guarascio (18,4%), ha superato di poco il 12% dei voti.
Per i giallorossi è stata insomma una vera disfatta malgrado avessero deciso di dividere i loro destini elettorali, a differenza che in Umbria.

Deludono soprattutto i pentastellati, che sono riusciti a peggiorare il già misero 7% raggiunto alle elezioni del 27 ottobre. Un risultato, quello ottenuto in Calabria, che inevitabilmente dà forza a quella frangia interna che, ormai da settimane, chiede il ritiro del Movimento dalle prossime Regionali, al fine di evitare che il probabile massacro elettorale abbia riflessi sul governo Conte.

Lo stesso Luigi Di Maio, in relazione al voto in Emilia Romagna, stamattina ha detto chiaramente che i 5 stelle potrebbero anche stare fermi un giro: “Dove siamo pronti ci dobbiamo presentare, dove abbiamo difficoltà non c'è nessun problema a dirlo ai cittadini”. Il capo politico ha voluto ricordare che “il Movimento è entrato nelle istituzioni regionali e nazionali da sei anni, non di più. Siamo una forza politica giovane, per cui in alcuni territori possiamo avere qualche difficoltà".

Il possibile disimpegno potrebbe riguardare da vicino pure la Calabria, che con ogni probabilità andrà al voto con l'Emilia, il 26 gennaio. Nei giorni scorsi, Di Maio e gli altri vertici del Movimento hanno valutato la possibilità di non presentare alcuna lista. È la linea caldeggiata dal senatore e presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra.

Di tutt'altro avviso, invece, il coordinatore per le Regionali calabresi, il deputato Paolo Parentela, secondo cui è “infondato che vorremmo rinunciare a presentare nostre liste. Al netto di ipotesi e gossip politici, stiamo invece impegnandoci, e senza fermarci, per costruire un progetto politico fondato su precisi punti di programma, che stiamo definendo in condivisione tenendo conto delle priorità: legalità, sanità ambiente, agricoltura, trasporti, turismo e innovazione. Inoltre stiamo valutando i migliori profili della Calabria onesta per offrire ai calabresi, prima del voto del prossimo 26 gennaio, l'indicazione della squadra di governo che affiancherà il nostro candidato presidente”.

Il problema è che il candidato presidente non c'è ancora. Il Movimento, inoltre, non ha ancora chiarito se stringerà o meno una alleanza con il Pd.

Mercoledì i parlamentari 5 stelle dovrebbero incontrare Di Maio per mettere a punto la strategia finale e decidere se dire di sì al partito di Zingaretti. A nessuno sfugge che il risultato di Lamezia suggerisce pure l'ipotesi del ritiro.

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