Emiliano prova a sottrarsi ma l'Antimafia lo convoca

Il governatore aveva chiesto il rinvio: "Si discute la sfiducia alla mia Giunta". E la commissione anticipa al 2 maggio

Emiliano prova a sottrarsi ma l'Antimafia lo convoca
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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Giovedì Michele Emiliano (nella foto) sarà audito dalla commissione Antimafia dopo le sue dichiarazioni sul sindaco di Bari Antonio Decaro che lui avrebbe «affidato» ai congiunti di un boss mafioso perché lo proteggessero. Una dichiarazione di qualche anno fa, ripetuta di recente dopo che il capoluogo pugliese rischia il commissariamento per le infiltrazioni nella società municipalizzata dei trasporti Amtab accertate dalla magistratura. «La mia convocazione (originariamente prevista tra il 5 e il 7 maggio, ndr) sarebbe inopportuna perché in quei giorni si discute la sfiducia alla mia giunta in Regione», aveva fatto sapere l'ex pm, timoroso che le due dichiarazioni all'organismo parlamentare potessero complicare ulteriormente il faticoso risiko interno alla sua maggioranza che ha già portato a un mini rimpasto: dentro tre assessori nuovi di pacca, fuori i due esterni e una indagata, non assegnate le deleghe alla Sanità. Pochino rispetto alla discontinuità richiesta dai leader di Pd e M5s Elly Schlein e Giuseppe Conte.

Emiliano alla fine è stato accontentato, perché l'audizione è stata anticipata a dopodomani, alle 10:30, «nell'ambito dell'inchiesta che l'Antimafia ha aperto sulle indagini della Procura di Bari che hanno investito Comune e Regione».

«Trovo indegna la scelta di Emiliano, un maldestro tentativo di mettere le mani avanti», sibila il capogruppo Fdi in Antimafia Riccardo de Corato. «Emiliano ha ragione - ironizza Maurizio Gasparri (Forza Italia) - venire all'Antimafia? Meglio andare invece dai parenti dei mafiosi, come fece con la sorella del boss barese», è la chiosa al veleno del presidente dei senatori di Forza Italia.

Una volta fatta la figuraccia, Emiliano ha provato a correre ai ripari: «Leggo che si riferisce di una mia presunta indisponibilità all'audizione, circostanza falsa e rappresentata malevolmente», fa sapere in serata il presidente della Regione Puglia, che però ammette di aver chiesto all'Antimafia di differire la convocazione. «Chiedevo solo di tenere distinta la mia audizione con il dibattito in Consiglio regionale per evitare strumentalizzazioni», ribadisce l'ex magistrato, convinto che dietro l'attacco alla sua reputazione ci siano «manovre mediatiche che vedo puntualmente si stanno verificando».

Anche la postilla finale è polemica, un attacco alla commissione tutta. «L'Antimafia non deve essere terza, deve apparire tale».

In serata arriva la controreplica dei componenti di centrodestra in Antimafia: «Emiliano parla di strumentalizzazione quando è evidente il fine di voler far ricadere sull'Antimafia la scure del boia prima della mozione di sfiducia in Regione. Il presidente non si faccia guidare dal suo ego e dalla sua arroganza, perché neanche lui è sopra le regole». Game, set, match.

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