Enrico si muove per i fedelissimi di Emiliano. In lista finiscono i collaboratori più stretti

Dopo lo strappo di Azione il governatore cerca la rivincita sui nemici interni

Enrico si muove per i fedelissimi di Emiliano. In lista finiscono i collaboratori più stretti

Una disperata retromarcia con sterzata a sinistra: indietro tutta per evitare lo schianto anticipato. Enrico Letta non poteva fare altro. Il segretario Pd, timoniere del carrozzone rosso lanciato contro il centrodestra, si è di colpo trovato nella condizione di non poter scegliere. A cinquanta giorni dal voto, infatti, il leader dem ha dovuto incassare lo strappo di Carlo Calenda, con il conseguente rimescolamento degli equilibri interni alla coalizione di sinistra. Una circostanza che, in alcuni casi, lo ha costretto a rivedere le sue granitiche certezze sulla composizione delle liste elettorali. In Puglia, ad esempio, Letta ha dovuto abbassare il capo e tornare mestamente sui propri passi, acconsentendo a un'infornata di candidati graditi al presidente di Regione, Michele Emiliano (nel tondo). A quanto ci risulta, nella giornata di ieri il segretario Pd si sarebbe addirittura mosso dal proprio quartier generale romano per volare dal governatore pugliese. Obiettivo del riservatissimo incontro: inserire i fedelissimi di quest'ultimo nelle liste per il prossimo Parlamento. Per di più, in posizioni «blindate», cioè di sicura elezione. E pensare che, fino a pochi giorni fa, il leader democratico era tutt'altro che incline a una simile ipotesi. La settimana scorsa, da Roma, era infatti arrivata una brusca frenata sulla possibilità di candidare gli uomini del presidente nei listini elettorali e in particolare nei sei ambitissimi posti da capilista. Secondo quanto si apprende, già in quell'occasione il governatore pugliese avrebbe chiesto a Letta di far posto al suo capo di gabinetto, Claudio Stefanazzi, e all'assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, senza però ricevere certezze al riguardo.

Poi, a livello nazionale, è successo il patatrac con Carlo Calenda: il tonfo ha spinto Enrico Letta a spostare il baricentro dall'ammucchiata rossa sempre più a sinistra. Il testacoda forzato ha condotto anche a vere e proprie inversioni di rotta. In Puglia, per l'appunto, le porte elettorali si sono spalancate di colpo ai collaboratori di Emiliano, esponente che già in passato ebbe frizioni con il proprio partito e con lo stesso Letta. Ora, però, a fronte dell'obiettivo unico di «battere le destre» mantra ripetuto allo sfinimento dal leader Pd anche le antiche incomprensioni sono state apparentemente messe da parte.

Sempre in Puglia, peraltro, la spartizione dei posti disponibili ha creato un nuovo cortocircuito tutto interno alla sinistra. A fronte della ritrovata centralità di Emiliano e dei suoi, gli esponenti locali di Articolo Uno avrebbero inviato ai vertici dem una lettera di protesta, lamentando di essere stati ignorati pur essendo partner del Pd a livello nazionale.

E il caso pugliese non sembra affatto isolato: fonti vicine ai democrats nostrani riferiscono infatti che la composizione delle liste starebbe creando tensioni e grattacapi anche in altre zone d'Italia. I nomi dei candidati andranno ufficializzati entro il 22 agosto: tempo per cincischiare non ce n'è. Tra chi sgomita e chi rivendica una poltrona sicura, per Enrico Letta l'ennesima gatta da pelare.

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