Il rapper ubriaco del party nudo spedito nel Donbass

Vacio andrà al fronte, di sicuro nel Donbass, e non importa se in passato non aveva superato la visita medica militare a cui si era sottoposto a Ekaterinburg, la città natal

Il rapper ubriaco del party nudo spedito nel Donbass
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Vacio andrà al fronte, di sicuro nel Donbass, e non importa se in passato non aveva superato la visita medica militare a cui si era sottoposto a Ekaterinburg, la città natale. L'ha stabilito il ministero della Difesa e confermato in una nota il ministro Shoigu, affermando che «ci sono persone che devono rispettare i valori e le istituzioni della loro patria, evitando di utilizzare un linguaggio volgare e osceno e di promuovere rapporti sessuali non tradizionali».

Il 25enne Nikolai Vasiliev (nella foto con l'organizzatrice della festa la conduttrice Nastya Ivleeva), rapper di professione, in arte Vacio, era stato arrestato due settimane fa dopo aver partecipato il 20 dicembre a una festa organizzata dalla presentatrice tv, e paladina dei diritti Lgbt, Nastya Ivleeva, nei locali del Mutabor club di Mosca. In un video visualizzato da 12 milioni di persone era apparso praticamente nudo, con indosso un calzino sul pene e in evidente stato confusionale. Vasiliev, il cui outfit richiamava la foto della copertina del disco «Fight like a Brave» dei Red Hot Chilli Peppers (album del 1987), si è scusato sui social sostenendo di aver alzato il gomito, ma di non avere contatti con il mondo Lgbt.

Le sue giustificazioni non sono valse a evitare la convocazione alla caserma del distretto di via Golovacheva a Mosca, prevista per oggi alle 12. Con questa mossa il Cremlino dimostra di voler irrobustire l'esercito pescando anche tra coloro che offendono i valori tradizionali della Russia. Ironia della sorte, Vacio aveva esordito, e ottenuto successo, con un brano del 2020 dal titolo «Tranquillità». A distanza di quattro anni quella serenità tanto ricercata finirà per scontrarsi con l'apocalisse in atto nell'Est dell'Ucraina.

Scandali (o presunti tali) a parte, il conflitto continua e nel 684° di combattimenti l'aviazione di Mosca ha preso di mira all'alba le zone di Dnipro, Ternopil, Kharkiv, Kiev, Zaporizhzhia e Leopoli, bombardando anche abitazioni civili con missili S-400 e Iskander. Il bilancio è di 4 morti e 38 feriti, ma le operazioni di soccorso sono tutt'ora in corso. Gli ucraini hanno risposto tornando a colpire Belgorod, anche in tarda serata. Un missile S-200 è stato intercettato dai sistemi di difesa aerea, ma circa 300 persone sono state evacuate per essere ospitate nei centri di accoglienza allestiti nel distretto di Korochansky, a 107 chilometri dal confine. Le forze ucraine hanno inoltre distrutto, vicino a Mariupol, un ponte ferroviario in parte costruito dai russi come parte di un piano per una ferrovia di collegamento tra la Russia e la città. È stato definito invece uno «sgancio d'emergenza» l'incidente che ha coinvolto un aereo da guerra russo, costretto secondo le autorità locali a sganciare una testata FAB-250 su Rubizhne (Luhansk). Non risultano per fortuna vittime. Sul campo, per ammissione del comando ucraino, a situazione operativa nei territori orientali e meridionali resta difficile.

Il Gur, l'intelligence di Kiev, ha rivelato di essere entrato in possesso di un archivio di dati segreti di un'azienda di

Mosca impegnata nella produzione di droni Orlan e di altri equipaggiamenti militari che i russi stanno utilizzando nel conflitto. Secondo le stime preliminari il valore dei dati potrebbe ammontare a 1,5 miliardi di dollari.

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