Profilassi in vacanza e punture in discoteca. Il principio condiviso è sicuramente quello di moltiplicare i presidi vaccinali e proteggere il maggior numero di persone ma se queste ipotesi siano effettivamente realizzabili in tutte le regioni è un quesito ancora aperto.
Alcune associazioni di locali notturni e discoteche hanno chiesto alla struttura commissariale di valutare l'ipotesi di portare il vaccino in discoteca. Un test simile è già stato messo in atto in Alto Adige qualche giorno fa ma in questo caso si trattava di un hub già attrezzato per i vaccini dove un dj aveva allestito una consolle per eseguire le somministrazioni a suon di musica. Appare invece assai più complessa una eventuale organizzazione di presidi sanitari in grado di effettuare le vaccinazioni in discoteca. Comunque il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha trasmesso la richiesta delle associazioni al Comitato Tecnico Scientifico che ne valuterà la fattibilità anche se ci sono molte riserve di carattere logistico e squisitamente sanitario.
Figliuolo ha inviato «per le valutazioni di competenza» al Cts e anche alle Regioni una mail affinchè valutino «la possibile riapertura in sicurezza del settore dell'intrattenimento danzante, nella piena compatibilità con la tutela della salute di utenti e lavoratori, nonché a rappresentare la disponibilità degli utenti del settore stesso a poter contribuire attivamente alla campagna vaccinale nazionale anti Covid-19, con un' attenzione dedicata al settore giovanile». In allegato al messaggio il protocollo proposto dal settore dell'intrattenimento serale e notturno (Silb).
Anche il nodo dei vaccini in vacanza non è sciolto. Sono ancora troppi gli over 60 scoperti e dunque il confronto sui vaccini in vacanza non è la priorità. Né il ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, nè il generale Figliuolo e neanche il ministro della Salute, Roberto Speranza, sono contrari in linea di principio all'ipotesi di vaccinare turisti e vacanzieri fuori regione. Ma prima vanno messi in sicurezza i fragili. E sono proprio le regioni a vocazione turistica, Sardegna, Sicilia e Calabria che sono più indietro con la profilassi.
Una volta protetti tutti gli anziani le regioni potranno decidere di vaccinare anche i turisti e non dovrebbero esserci problemi di dosi. I 17 milioni attesi per maggio sono arrivati e in giugno ne verranno consegnati altri 20 milioni.
Intanto ieri i
vaccinati con richiamo sono saliti ad oltre 11 milioni avvicinando il totale dei protetti con due dosi al 19 per cento della popolazione. E due giorni fa le somministrazioni hanno superato di nuovo il mezzo milione in 24 ore.
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