Era certo che la moglie lo tradisse. Quel tarlo si era insinuato in maniera prepotente nella mente di Taulant Malaj, albanese di 45 anni, e ieri lo ha spinto a commettere un duplice omicidio. L'uomo, che era da tempo in Italia e lavorava come fornaio, ha ucciso sua figlia Gessica, di sedici anni, che ha fatto da scudo per proteggere la mamma Tefta, 39 anni, anche lei di origine albanese. Poco prima aveva massacrato anche Massimo De Santis, 51 anni, il presunto rivale in amore.
La mattanza è avvenuta in una palazzina in via Togliatti, a Torremaggiore, provincia di Foggia, dove la famiglia dell'assassino viveva, proprio come l'uomo rimasto ucciso. Non contento, il killer ha ripreso la scena e i corpi delle vittime con il cellulare. Tefta si è salvata, ma è rimasta ferita. I dettagli sono ancora da chiarire, ma secondo la ricostruzione dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Foggia, nella notte tra sabato e domenica Taulant Malaj si sarebbe scagliato per primo contro il 51enne, che risiedeva nello stesso stabile insieme all'anziana mamma ed era titolare di un noto bar del posto. Lo avrebbe affrontato sulle scale, dove lo avrebbe colpito alla gola e all'addome con diverse coltellate. Poi si sarebbe diretto con il coltellaccio verso casa, in cerca della moglie Tefta, che lavora come badante.
L'avrebbe colpita, ma la figlia sarebbe accorsa a proteggerla, facendo scudo con il corpo. In quegli attimi di follia, il padre avrebbe accoltellato la ragazzina. La madre, invece, sarebbe riuscita a fuggire e a chiamare i vicini, le forze dell'ordine e il 118. Quando i sanitari sono arrivati sul posto, Gessica respirava ancora, ma era gravissima. È morta prima di arrivare all'ospedale di Foggia, proprio dove la mamma invece è stata ricoverata.
I carabinieri hanno bloccato Malaj poco dopo: vagava ancora nella zona, alla ricerca dell'altro figlio di cinque anni, forse per uccidere anche lui. L'arma del delitto, un coltello da cucina, è stato recuperato quasi subito dai militari. Sconcertante il fatto che l'albanese, dopo aver ucciso sua figlia e il 51enne, abbia ripreso le vittime con il telefonino.
Disperati amici, compagni di scuola e professori di Gessica, che frequentava la classe terza del liceo classico Fiani-Leccisotti, a Torremaggiore. La ragazza verrà ricordata oggi a scuola con un minuto di silenzio. «Era molto legata a sua madre ed era sempre sorridente», ripetono le sue amiche. Le stesse che con lei avevano condiviso ore di lezione, passeggiate e confidenze. «Non è giusto - scrive sui social una di loro - perché? Non doveva succedere a te, piccola».
«Sono tutte turbate, scombussolate da un lutto indicibile, ingiustificabile e incredibile» dicono con gli occhi pieni di lacrime gli insegnanti. «Dobbiamo fare scudo attorno ai nostri ragazzi, gli stessi che domani guarderanno quel vuoto lasciato dalla loro compagna», spiega Maria Aida Episcopo, responsabile dell'ufficio scolastico di Foggia. E poi tracciano il profilo di quell'innocente, che non c'è più. Lo fanno abbracciandosi i ragazzi e molti non riescono nemmeno a trovare le parole, che sono coperte dai singhiozzi.
«Era molto composta, educata e mite - racconta Carmine Collina, dirigente scolastico dell'istituto -. Era una studentessa che seguiva le lezioni con regolarità, che non ha mai avuto problemi di integrazione né di profitto. Faremo quadrato attorno ai suoi compagni di classe affinché possano affrontare questa inimmaginabile ferita dell'anima.
Lavoreremo con la psicologa scolastica per raccogliere la commozione e fare comunità e arginare quel senso di smarrimento che ci ha colpiti».I funerali della 16enne non sono stati ancora decisi, ma è certo che la sua classe accompagnerà la ragazza nell'ultimo viaggio di una vita, che si è conclusa per un gesto di profondo amore verso la mamma.
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