False fatture per 140mila euro Altra grana sulla famiglia Renzi

Dopo il caso Consip, i genitori dell'ex premier indagati dai pm di Firenze: sospetti di trucchi fiscali nelle aziende

False fatture per 140mila euro Altra grana sulla famiglia Renzi

Non solo Consip. Ad impensierire il babbo dell'ex premier, Tiziano Renzi, c'è un'altra inchiesta che lo vede indagato, questa volta insieme alla moglie, Laura Bovoli, oltre a quella romana sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione in cui è accusato di traffico di influenze.

È la Procura di Firenze ad aver iscritto i coniugi Renzi nel registro degli indagati per l'emissione di false fatture da parte di società a loro riconducibili. E adesso, come svelato da Repubblica e La Verità, il procuratore aggiunto Luca Turco e il pm Christine von Borries hanno emesso nei loro confronti un invito a comparire per spiegare i rapporti tra le loro società e quelle di Luigi Dagostino, un imprenditore pugliese che ha fatto fortuna in Toscana con attività legate agli outlet commerciali, sotto inchiesta da oltre un anno insieme ad altri imprenditori di area renziana, tra cui Andrea Bacci, personaggio molto vicino all'ex presidente del Consiglio. Un doppio appuntamento con i magistrati, dunque, aspetta Renzi senior, che già ha in agenda un nuovo incontro con il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, che lo vuole interrogare ancora su Consip.

A Tiziano Renzi gli investigatori fiorentini sono arrivati proprio indagando su Dagostino, quando si sono imbattuti in alcuni aspetti poco chiari nei rapporti tra le sue società e quelle del papà del segretario dimissionario del Pd. In particolare i finanzieri si sono soffermati su due fatture sospette, una da 10mila euro e un'altra da 130mila euro, che non sembrano corrispondere ad effettive prestazioni o comunque parrebbero gonfiate rispetto alle prestazioni effettuate. L'ipotesi accusatoria è che le aziende di Renzi abbiano fatturato per operazioni inesistenti per ottenere vantaggi fiscali. Quella con importo inferiore, scrivono la Repubblica e La Verità, sarebbe stata emessa dalla Party srl, una società di comunicazione e pubblicità messa in liquidazione del gennaio del 2016, il cui amministratore unico era Laura Bovoli, la mamma dell'ex premier, e di cui era azionista anche la Nikila Invest, amministrata invece da Ilaria Niccolai, compagna di Dagostino. Ad emettere la fattura più consistente è stata un'altra società di marketing ed eventi fieristici fondata da Renzi, la Eventi 6, presieduta dalla Bovoli, che detiene l'8 per cento delle quote, mentre il resto è nelle mani delle figlie, Matilde e Benedetta. La fattura sospetta è stata pagata dalla Tramor, una società controllata al 100 per cento da una compagnia di Cipro impegnata nelle attività di sviluppo dell'outlet The Mall di Reggello e fino al 2015 gestita da Dagostino. L'azienda dei Renzi avrebbe fornito servizi di accoglienza per l'outlet, ma secondo gli investigatori della Finanza non ci sarebbe riscontro tra le prestazioni erogate e l'importo della fattura. Per questo i magistrati hanno convocato i coniugi Renzi, che dovrebbero essere sentiti la prossima settimana.

L'avvocato di famiglia, Federico Bagattini, già si è messo in moto, anche se dice di non aver ancora visto i genitori dell'ex premier. «Certamente, come sempre abbiamo fatto, risponderemo a tutte le domande degli inquirenti non avendo nulla da nascondere in questa come in qualsiasi altra vicenda», dice.

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