Un femminicidio senza un perché. "Ho sparato e ucciso mia cognata"

L'assassino un falegname disoccupato. Il movente sconosciuto

Un femminicidio senza un perché. "Ho sparato e ucciso mia cognata"
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Si presenta in caserma con la pistola. «Ho ammazzato mia cognata», racconta ai carabinieri. Femminicidio a Fossombrone nelle Marche. Marina Luzi, 40 anni ancora da compiere, l'ennesima vittima, Andrea Marchionni, 46 anni, fratello del compagno, il killer. Uccisa con un solo proiettile Marina, madre di una bimba di due anni e mezzo, geometra, da anni convivente con Enrico Marchionni, padre della figlia. Una tragedia che ha scosso la comunità in provincia di Pesaro-Urbino dove la famiglia Luzi è molto conosciuta. «Brava gente, lavoratori». Via Luigi Pirandello il luogo della tragedia, un casolare di campagna in cui vive anche l'omicida, un falegname da tempo disoccupato. È l'assassino stesso a ricostruire i fatti davanti ai militari che si precipitano sul posto con un'ambulanza del 118 sperando di trovare la donna ancora viva. Purtroppo non è così. Sono passate le 10,30 di ieri. Enrico fa il pizzaiolo ed è fuori per lavoro, al piano di sopra vive il fratello. Un tipo solitario, taciturno, chi lo conosce racconta che a volte è inquietante. Scende come sempre le scale che dividono il suo appartamento da quello inferiore dove abitano il fratello, la compagna e la nipotina. In mano ha una pistola, una semiautomatica «detenuta regolarmente». La donna apre la porta, lo vede, lui spara un colpo alla fronte uccidendola all'istante. Poi sale in auto fino alla caserma in paese, in via Martiri della Resistenza. Sono quattro minuti di macchina per due chilometri e mezzo lungo la statale 3. Non si sa in che stato d'animo Andrea Marchionni li percorre ma quando arriva alla stazione dei carabinieri è ancora sotto choc. «Ho sparato e l'ho uccisa. Ecco la pistola, chiamate mio fratello», dice agitatissimo al piantone di guardia. Un attacco di gelosia verso la cognata o una difficile convivenza? Il movente cercheranno di ricostruirlo gli inquirenti nelle ore successive, quando sul posto arriva il magistrato, la pm Simonetta Catani della Procura di Urbino e il reparto operativo del provinciale con gli esperti della scientifica. Di sicuro a sparare è stato il reo confesso, come potrà dimostrare la prova Stub anticipata dal forte odore di polvere da sparo nelle sue mani. Disposta l'autopsia sul corpo della poveretta. Atterriti i familiari della donna uccisa, la sorella gemella e la mamma. Una tragedia per il piccolo comune di 9.500 abitanti. «Un dramma enorme, totalmente inaspettato, delirante - dice il sindaco Massimo Berloni -. Quello che ha fatto Marchionni non ha niente di razionale. Non ci erano mai giunte segnalazioni di situazioni disagio o di difficoltà». Nessun disturbo mentale, almeno finora, tanto che l'uomo ha il porto d'armi e possiede legalmente una calibro 7,65. Mistero fitto sul rilascio del permesso di detenere la pistola a una artigiano che non ha alcun motivo di girare armato.

Sale drammaticamente a 24 la lista delle donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno. L'ultima, in ordine cronologico, è Mariella Marino, 56 anni di Troina, Enna, uccisa dal suo ex Maurizio Impellizzeri, 59 anni, che dopo averla inseguita all'uscita di un supermercato, la raggiunge e le spara tre colpi.

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