
Donald Trump mantiene fede a una delle promesse fatte in campagna elettorale e firma l'ordine esecutivo per smantellare il dipartimento dell'Istruzione. Un obiettivo di lunga data dei conservatori americani, che si oppongono al coinvolgimento federale nei sistemi scolastici, puntando a trasferirne l'autorità ai singoli Stati. «Lo chiuderemo e lo chiuderemo il più velocemente possibile», ha detto il presidente americano durante la cerimonia alla Casa Bianca circondato da un gruppo di giovani alunni seduti ai banchi di scuola. Il decreto ordina alla ministra per l'Istruzione Linda McMahon di adottare «tutte le misure necessarie» per facilitare lo smantellamento del dicastero che ora dirige nella misura massima consentita dalla legge. Una mossa che apparentemente tenta di eludere la necessità di ottenere l'approvazione del Congresso per chiudere formalmente un dipartimento federale. Per farlo infatti servirebbe una legge da approvare al Senato con 60 voti, ma i repubblicani ne hanno 53 e per ora nessun democratico si è detto favorevole. Il tycoon mira però a paralizzare il dipartimento: finora ha già licenziato oltre 1.300 dipendenti, riducendo lo staff alla metà rispetto a quando si è reinsediato nello Studio Ovale. «Il controllo dell'istruzione da parte del governo ha deluso studenti, genitori e insegnanti», ha affermato la Casa Bianca, riferendo che il dipartimento ha speso oltre 3.000 miliardi di dollari dalla sua creazione nel 1979 senza migliorare i risultati degli studenti, in base ai punteggi dei test standardizzati. L'idea dei conservatori risale agli anni Ottanta, ma la spinta è diventata sempre più diffusa negli ultimi anni con gli attivisti pro-Trump che hanno preso di mira i programmi che promuovevano standard educativi e politiche più inclusive. La maggior parte del bilancio del dicastero è composta da programmi federali di sovvenzioni e prestiti, tra cui il Title I da 18,4 miliardi di dollari che fornisce finanziamenti supplementari alle scuole K-12 (primarie e secondarie) ad alto tasso di povertà, e quello da 15,5 miliardi che aiuta a coprire i costi dell'istruzione per gli studenti con disabilità. Inoltre, supervisiona il programma federale di prestiti agli studenti da 1.600 miliardi di dollari e stabilisce le regole su cosa devono fare i college per partecipare. La Casa Bianca, tuttavia, ha assicurato che nessuno di questi sarà interessato dall'ordine. La mossa di Trump è destinata a scatenare nuove battaglie legali: i procuratori generali di 20 stati e del distretto di Columbia hanno già intentato una causa presso la Corte federale di Boston contro i licenziamenti di massa.
«Questo è un giorno buio per milioni di bambini che dipendono dai finanziamenti federali per un'istruzione di qualità, compresi quelli nelle comunità povere e rurali con genitori che hanno votato per Trump», ha commentato Derrick Johnson, presidente della Naacp, un importante gruppo per i diritti civili, secondo cui l'ordine del presidente è incostituzionale.
Più il popolo è ignorante e più è facile da governare .
Specialmente per chi parla alla pancia della gente e non alla testa.