Fissate le regole del gioco È campagna elettorale

Fissate le regole del gioco È campagna elettorale

Il liberi tutti arriva giovedì sera, quando il Rosatellum bis supera brillantemente le insidie del voto segreto e viene approvato alla Camera. I franchi tiratori sono meno del previsto, segno che l'accordo tra i partiti regge il passaggio parlamentare e che di qui a pochi giorni la nuova legge elettorale dovrebbe superare anche l'esame del Senato. Ecco perché dopo quasi un anno di schermaglie confuse - da quando lo scorso 4 dicembre Matteo Renzi perse rovinosamente il referendum - ormai da tre giorni esatti siamo in piena campagna elettorale.

Lo dice il taccuino di questo fine settimana, con convention di partito, comizi, convegni e tavole rotonde spalmati per tutta Italia. Forza Italia arriva a dividersi in due appuntamenti per certi versi paralleli, con Silvio Berlusconi che è a Ischia per lanciare la corsa azzurra nel Mezzogiorno (i sondaggi dicono che sono proprio lì i margini maggiori di miglioramento) mentre i big lombardi si riuniscono a Milano per sostenere il referendum sull'autonomia. Agende a parte, però, basta ascoltare le parole di Berlusconi per capire che il vento è cambiato. Sistema di voto e data delle elezioni non sono più due incognite, ma si delineano con un approssimazione molto vicina al vero: legge elettorale che favorisce le coalizioni, 334 collegi uninominali tra Camera e Senato con i restanti seggi assegnati con il proporzionale, sbarramento al 3% su base nazionale e elezioni che si terranno con ogni probabilità a marzo (il 4 è la data più gettonata).

Questo, dunque, è il terreno di gioco della prossima sfida elettorale. Non a caso Berlusconi ha deciso proprio ieri di formalizzare la sua mano tesa alla galassia centrista che negli anni si è andata allontanando da Forza Italia, arrivando a citare per nome e cognome tutti i partecipanti al convegno organizzato dall'ex ministro di Ap Enrico Costa. La priorità, infatti, è creare una coalizione il più ampia e armoniosa possibile.

E infatti anche i rapporti con la Lega si vanno rasserenando, non solo perché Roberto Maroni ieri è arrivato a definire Berlusconi «una garanzia», ma anche perché perfino con Matteo Salvini pare si vada verso una tregua in nome del superiore interesse di una possibile vittoria elettorale. Da tre giorni, insomma, il centrodestra ha iniziato a ragionare come coalizione mettendo in secondo piano l'interesse dei singoli partiti.

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