«Dovremo garantire che il 40% delle risorse del Pnrr vengano spese al Sud e su questo bisognerà interrogarsi. Ci sarà l'esigenza di valutare qualche altra ulteriore revisione? Forse sì». Il ministro degli Affari Ue, Raffaele Fitto (in foto), ieri in audizione presso le commissioni riunite Bilancio e Affari Europei di Camera e Senato, non ha escluso un'ulteriore modifica al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se cambia il mondo, non è che «dobbiamo rimanere fermi e non modificare nulla», ha spiegato il ministro rilevando come sia necessaria «elasticità, non come atto unilaterale ma come confronto con la Commissione europea» per dare risposte adeguate e usare «bene e al meglio» le risorse del piano. La quota di fondi da destinare al Sud, così come gli obiettivi per giovani e donne, dovranno essere conseguiti «nella fase più avanzata del piano».
Secondo quanto dichiarato dal ministro, la spesa è salita a 52,2 miliardi di euro dai 51,3 miliardi registrati il 17 luglio e le misure attivate hanno raggiunto 165 miliardi su 194 miliardi complessivi, pari all'85%. Fitto ha escluso nuovamente ritardi nell'attuazione di misure e interventi e ha sottolineato che una proroga della scadenza di giugno 2026 non è «all'ordine del giorno» nonostante gli auspici formulati dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ma anche che «è legittimo e corretto» che ci sia un dibattito sull'argomento.
«Se abbiamo l'85% di misure già attivate e il 92% di gare d'appalto per interventi già attivati, non vuol dire che siamo in ritardo, ma che abbiamo utilizzato quest'anno per risolvere i problemi procedurali», ha concluso.
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