"Forse abbiamo fatto il minimo". Il Pd vuole già un'altra stretta?

Franceschini lascia presagire nuove misure restrittive: "Guardando i contagi di oggi forse abbiamo fatto il minimo"

"Forse abbiamo fatto il minimo". Il Pd vuole già un'altra stretta?

"Quando si hanno responsabilità di governo non bisogna guardare solo alle istanze del proprio settore ma agli interessi generali". A dirlo è Dario Franceschini nel corso di un'intervista rilasciata al sito del Corriere della sera in cui ha commentato il nuovo Dpcm sull'emergenza coronavirus.

"Il tempo dirà se abbiamo fatto bene o male, ma guardando i contagi di oggi, dico che abbiamo fatto bene, forse abbiamo fatto il minimo", spiega il ministro dei Beni culturali nonché capodelegazione del Pd all'interno del governo, da sempre favorevole a misure drastiche per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus. Una posizione che va a danneggiare proprio i settori economici come il cinema e il teatro che un titolare del Mibact dovrebbe tutelare."Dobbiamo nuovamente intervenire e lo faremo già dal decreto di domani o dopodomani aiutando le imprese, con la raccomandazione che facciano poi arrivare quegli aiuti ai lavoratori", rassicura Franceschini, convinto che si tratti solo di "una pausa" e che "poi tutto tornerà a muoversi". Parole che lasciano perplessi dal momento che proprio i democratici avrebbero voluto attuare misure ancora più severe e, invece, secondo Franceschini, si è fatto "il minimo". Presumiamo, dunque, che ciò possa voler dire che, secondo i dem, il governo avrebbe potuto fare molto di più, ma per il momento non ha preferito non farlo. Insomma, questo lockdown mascherato pare solo il preludio a un lockdown vero e proprio.

D'altronde Nicola Zingaretti, con un post su Facebook, tiene dritta la barra e difende le scelte del governo: "Oggi 21.000 nuovi casi e 128 morti. Sosteniamo con tutte le forze persone, imprese e lavoro coinvolte dal provvedimento, ma per 30 giorni dobbiamo di nuovo stringere i denti e bloccare la crescita. Nessuno - il segretario del Pd - sia lasciato solo e tutti noi pratichiamo la responsabilità. Il nemico è il virus, non i provvedimenti che si prendono per fermarlo".

Anche Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, attraverso la sua pagina Facebook, ribadisce tale concetto: "Agli italiani viene chiesto un altro sacrificio, un sacrificio particolarmente oneroso per chi ha attività economiche che certamente subiranno un danno, è un sacrificio pesante per tutti noi, ma è anche doveroso: il nostro nemico è il covid, non le regole per proteggerci". Un uso così frequente del termine "sacrificio" è, indubbiamente, giustificato dal momento, ma non è certo di buon asuspicio. Anzi, la linea dei dem appare molto chiara e definita: per ora, avanti così. Per ora. Più in là, chissà. Magari anche il coprifuoco o una quarantena come nella prima fase. Tutte ipotesi che, a quanto pare, sono ancora all'orizzonte. Fino al prossimo Dpcm, invece, si tira a campare a suon di promesse. "La cosa più importante è ora il ristoro economico, abbiamo chiesto al presidente del Consiglio, un decreto, previsto nelle prossime ore, per sostenere da subito le imprese ed il commercio.

Un decreto che non porti a meccanismi farraginosi o a ritardi che sarebbero inaccettabili", aggiunge nel suo post Marcucci che giudica positivamente il tavolo di lavoro aperto ieri tra governo, enti locali e Parlamento. "D'ora in avanti, sia chiaro a tutti, si va avanti soltanto in un clima di concordia nazionale", chiosa il capogruppo dem.

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