Foto fantasma col boss, solo fango sul Cavaliere "Accuse false e gravi"

Pm di Firenze a caccia di uno scatto negato dallo stesso "pentito". I legali: "Ricorreremo"

Foto fantasma col boss, solo fango sul Cavaliere "Accuse false e gravi"

Succede sempre così. Ci sono teoremi costruiti su tesi traballanti che dovrebbero schiantarsi già davanti al gip. E invece no, passano anni e le stesse tesi inconsistenti naufragano clamorosamente durante i processi, con innocenti alla sbarra marchiati a fuoco per sempre, soldi pubblici gettati al vento e magistrati impuniti nonostante continuino a inseguire fantasmi giudiziari. Mentre fantasmi veri come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non trovano giustizia piena perché i loro colleghi si innamorano di facili suggestioni dal sapore politico e sono troppo distratti per comprendere i depistaggi che si consumano sotto i loro occhi.

L'ennesimo corto circuito mediatico-giudiziario ruota intorno a una foto fantasma, che ritrarrebbe insieme Silvio Berlusconi, l'allora generale dei carabinieri Francesco Delfino e Giuseppe Graviano. Una vecchia istantanea degli anni Novanta, che secondo la Procura di Firenze «ove esistesse» dimostrerebbe i rapporti tra il Cavaliere e il boss di Brancaccio e il loro indicibile accordo per spartirsi l'Italia a suon di bombe già a partire dal 1992. Le indagini sulle stragi a carico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri nascono da colossali balle e sono già state sepolte quattro volte dagli anni Novanta a oggi, ci sono milioni di pagine di sentenze che per le stragi del 1992-1993 portano altrove, ad altri pupari, ma tant'è. Stavolta c'è il fumus commissi delicti, e il fuoco lo ha acceso a Non è l'Arena Salvatore Baiardo, manutengolo della famiglia Graviano. C'è Massimo Giletti che - sentito come persona informata sui fatti il 19 dicembre e il 23 febbraio scorsi - davanti ai pm fiorentini avrebbe riconosciuto Berlusconi in una foto mostratagli da Baiardo ma «da lontano e in un luogo scuro». I soliti quotidiani forcaioli da giorni costruiscono l'ennesimo capitolo di letteratura giudiziaria, come avvenne tanti anni fa con il bacio tra Totò Riina e Giulio Andreotti. Baiardo che dice, conferma? Macché, ai magistrati giura che la foto non esiste, anche se a Giletti l'avrebbe promessa perché sarebbe collegata a un'evoluzione della situazione sull'ergastolo ostativo. «Se le cose non dovessero andare in un certo modo (quale?, ndr) - dice il giornalista cacciato da La7 - Baiardo me la potrebbe dare. Ha anche detto che con tale foto si potrebbe fare un sacco di soldi, ma che non gli interessava la circostanza». Certo, come non credergli. Tanto basta per far scattare una perquisizione a Baiardo, come riportava ieri il Fatto citando il decreto di sequestro numero 16249/2022 R.G.N.R. eseguito il 27 marzo scorso su ordine della Dda di Firenze, con una violazione plateale del segreto istruttorio e della riservatezza degli atti su cui il Guardasigilli Carlo Nordio non si è ancora mosso. Ci sarebbe anche un documento potrebbe «fare chiarezza» sulla presunta trattativa Stato-mafia ma Baiardo l'avrebbe strappato. Ovvio, no?

Berlusconi sta lottando con un problema di salute serio e non può difendersi dall'ennesima fucilata giudiziaria, per lui parla il suo legale, Giorgio Perroni, che annuncia azioni legali contro l'uso indegno di informazioni riservate da parte di alcuni giornali: «Accuse infondate e offese gravissime calpestano la storia di uno dei più grandi imprenditori italiani e del quattro volte presidente del Consiglio, tutte le più assurde accuse di presunta mafiosità si sono sempre dimostrate false e strumentali. Ora viene riattivato il circo mediatico, questa volta attorno a una foto spuntata all'improvviso dopo trent'anni, la cui esistenza è smentita dal diretto interessato, la stampa ha in mano documenti coperti da segreto istruttorio per una fuga di notizie che va avanti da troppo tempo.

L'intollerabile clamore mediatico che ne consegue si verifica mentre Berlusconi è ricoverato. Quanto dovremo tollerare un sistema in cui i processi si fanno prima sui giornali che nei tribunali, in violazione della legge e senza alcun rispetto per le persone?».

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