Nel generale silenzio della sinistra, su Ignazio La Russa sono piovuti insulti e minacce insopportabili. O meglio, non proprio silenzio, perché fin dalla sua elezione, a sinistra si sono lamentati e hanno ricominciato a sventolare i soliti fantasmi sul fascismo che, forse non sanno o ignorano, non diventano lettera morta ma vanno a fomentare le frange più estreme, che si sentono giustificate e, soprattutto, legittimate nel minacciare i rappresentanti del centrodestra. E lo dimostra quanto accaduto alla Garbatella, dove sulle serrande della sede di Fratelli d'Italia sono comparse scritte contro il neo presidente del Senato, seconda carica dello Stato. Sul fatto indaga la Digos ma da sinistra non ci sono state manifestazioni di solidarietà, nemmeno di facciata, per Ignazio La Russa.
Non sono arrivate dai senatori e non sono arrivate nemmeno da chi rappresenta Roma, il sindaco Roberto Gualtieri, e nemmeno da chi rappresenta la Regione, ossia Nicola Zingaretti, che ora è stato anche eletto a Montecitorio. "Possibile che il presidente della Regione Lazio Zingaretti, il sindaco di Roma Gualtieri e il presidente del Municipio Roma VIII Ciaccheri non abbiano ancora condannato l'episodio ed espresso solidarietà alla seconda carica dello Stato? Chi tace è complice", si chiede l'esponente di Fratelli d'Italia, Chiara Colosimo, davanti al colpevole silenzio del Partito democratico, che ha alimentato mesi di odio contro il centrodestra.
Lo stesso sdegno l'ha espresso Fabio Roscani, deputato di Fratelli d'Italia, che ha puntato il dito contro la sinistra: "Il silenzio del Partito Democratico di fronte alle minacce di stampo terroristico rivolte al presidente del Senato Ignazio La Russa è vergognoso e pericoloso. Dai sedicenti difensori della democrazia nemmeno una parola per quello che è a tutti gli effetti un attacco alle istituzioni". Ed è un silenzio ancora più grave se viene dalle massime cariche della amministrazioni locali "di fronte a gesti che rischiano di riportare la capitale, teatro dei più efferati omicidi delle Br da Moro a D'Antona, agli anni bui del terrorismo. Un silenzio prolungato, quello del Pd, che sfiora la complicità".
Ed è solo dopo il rumore fatto dal centrodestra, che compatto ha condannato le minacce, che qualcuno dal Pd ha deciso di esporsi. Da Twitter, infatti, Simona Malpezzi ha scritto: "Grave la scritta contro Ignazio La Russa con la stella a cinque punte apparsa alla Garbatella. Solidarietà al Presidente del Senato. Va censurata con forza e sempre ogni forma di odio e violenza". Solo poco fa, con colpevole ritardo e dopo che gli è stato fatto notare, Roberto Gualtieri si è deciso a spendere due parole per dissociarsi da quanto accaduto nel suo comune: "Le scritte in una sede romana di Fdi e lo striscione contro il neo presidente del Senato La Russa sono gesti che vanno condannati senza esitazione, Roma è città aperta che ha tra i suoi valori fondanti tolleranza e rispetto delle diversità". Ancora silenzio da Nicola Zingaretti.
Intanto, però, le scritte sono state ripuliti dai volontari di Gioventù nazionale, che su Facebook ha pubblica la foto di cinque militanti all'opera per cancellare la scritta dalla serranda: "C'è chi sporca e insulta, vive
in penombra e si nutre con l'odio. Poi ci siamo noi, che costruiamo e portiamo valori positivi. Solidarietà al Presidente Ignazio La Russa per i vili insulti ricevuti. Non faremo un passo indietro. Per l'Italia!".
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