Una lucida fotografia sulla avidità del male, oppure un colpo geniale partorito dall'uomo che con i suoi quasi 300 miliardi di dollari di patrimonio personale è il più ricco del pianeta? Elon Musk non è Jordan Belfort, sia quello realmente esistito che il clone portato sul grande schermo da Leonardo Di Caprio in «The Wolf of Wall Street». È un lupo solitario. Ha coinvolto gli utenti se ridurre o meno la sua quota in Tesla, e dopo il parere positivo venduto il pacchetto di titoli, riacquistandolo poche ore dopo e traendone un notevole beneficio economico. È bastato un sondaggio lanciato su Twitter lo scorso 6 novembre per creare un piccolo terremoto nel mondo della finanza. L'aveva detto e l'ha fatto. Con oltre 3,5 milioni di voti e un «Sì» che ha ottenuto il 58%, Musk ha venduto il 10% delle azioni di Tesla, il colosso statunitense specializzato nella produzione di auto elettriche, giustificando che sarebbe stato «l'unico modo per pagare le tasse». Il ricavato verrà utilizzato dal Governo degli Usa per sostenere le politiche sociali e per combattere il cambiamento climatico.
Musk ha così ceduto 4,5 milioni di azioni per un controvalore di 5,5 miliardi di dollari (l'equivalente 4,8 miliardi di euro). La vendita è avvenuta in tre operazioni che sono state portate a termine tra lunedì e mercoledì scorso. Stando alla documentazione finanziaria comunicata dalla Sec (l'autorità statunitense di vigilanza sui mercati), Musk ha però contestualmente esercitato un diritto di stock options, ovvero la possibilità di acquisire un titolo ad un valore prestabilito, senza vincoli dalle variazioni di prezzo intercorse nel frattempo, e ha comprato 2,1 milioni di azioni. Attraverso questo meccanismo, assolutamente legale, le ha pagate 6,2 dollari l'una a fronte di un valore di mercato che supera i mille dollari. La manovra ha consentito a Musk di guadagnare in borsa il 99,4%. In pratica ha pagato il pacchetto 14 milioni di dollari e se n'è ritrovati in tasca 2,4 miliardi.
Il piano era stato preparato a tavolino da parecchio tempo. Di sicuro da questa estate, quando il tycoon sudafricano aveva dislocato la residenza dalla California al Texas, dove il regime fiscale sui proventi da partecipazioni societarie è più favorevole. Secondo alcuni analisti di Wall Street il comportamento viene ritenuto al limite dell'aggiotaggio, reato finanziario che si basa sulla speculazione di compravendite di valori o azioni sulla base di informazioni riservate. L'autorità di vigilanza non ha tardato a prendere posizione, ma solo per alimentare il gioco delle parti. La Consob a stelle e strisce ha infatti ricordato con una nuova lettera inviata ai legali della Tesla che tutti i tweet della società devono essere passati ai raggi x dall'ufficio legale prima della pubblicazione. Il numero uno dell'azienda è sottoposto a questa forma di libertà vigilata d'espressione sui social dal 2018, quando patteggiò con l'authority di Borsa una multa da 20 milioni per un altro tweet sulle rinegoziazioni di un pacchetto di titoli, mai andata in porto. Il miliardario aveva venduto azioni per l'ultima volta nel 2016, quando esercitò le opzioni e liquidò alcune delle azioni appena acquistate per coprire circa 590 milioni di dollari di tasse sul reddito.
In attesa di sviluppi Musk non rimane certo con le mani in mano. Mercoledì, nel corso della quarta edizione della China International Import Expo, ha rivelato una serie di lavori sul progetto Hyperloop, il super treno del futuro.
Al momento sono solo prototipi, ma assieme alla China Railway Group sta per realizzare convogli ultra-veloci a zero emissioni che sfruttano la levitazione magnetica e che saranno in commercio dal 2027. Mezzi ferroviari che viaggeranno a 1.200 chilometri orari, quasi alla velocità del suono, sfrecciando in una rete di tunnel trasparenti.
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