Gentilini: "Salvini a torso nudo? Anche Mussolini lo fece"

L'ex sindaco di Treviso difende le sue politiche sull'immigrazione. E su CasaPound: "Bene se porta ordine, disciplina e rispetto delle leggi"

Il candidato sindaco di Treviso della Lega Nord Giancarlo Gentilini
Il candidato sindaco di Treviso della Lega Nord Giancarlo Gentilini

"Il vangelo secondo Gentilini era ordine, disciplina e rispetto delle leggi. Se uno entra a casa mia a rubare, io lo buco. Qui invece abbiamo aperture per i mendicanti, per gli zingari, per i suonatori da strada". Questo è solo l'esordio di una breve intervista che l'ex sindaco leghista di Treviso, Giancarlo Gentilini, ha rilasciato al programma Piazza pulita nel corso della puntata di ieri dedicata al tema dell'immigrazione.

Conosciuto anche come il sindaco "sceriffo" per le sue politiche, Gentilini ha ricordato che sotto la sua amministrazione aveva chiuso i campi rom perché erano "occupazioni abusive, nessuno controllava e quindi c'erano personaggi al di fuori della legalità". "Alle volte - ha spiegato l'esponente leghista - una mela marcia mi fa marcire anche le altre e quindi quando ho eliminato i campi nomadi ho eliminato un punto di riferimento per etnie malavitose". Per lui i rom "devono mettersi in regola con le leggi dello Stato" e quando il giornalista gli fa notare che pure lui spesso è andato contro la legge, essendo finito più a processo per "istigazione all'odio razziale", Gentilini racconta: "Mi hanno paragonato al figlio di Hitler perché ho fatto rinascere le legge razziali naziste" ma "Io volevo che ogni migrante che entrava nello Stato italiano avesse prima di tutto una scheda sanitaria, una scheda legale, un lavoro e una casa dove abitare. Nessuno entra se non è in regola con le leggi dello Stato". Nemmeno i profughi che sono clandestini come gli altri, anzi per certi versi pure peggio: "È gente che - spiega - anziché venire qua doveva difendere i propri territori nei confronti degli invasori e invece vengono qua".

Gentilini, poi, si sofferma sulle beghe interne alla Lega veneta dando il suo pieno sostegno all'attuale segretario e al governatore uscente: "Salvini deve dire: io sono quello che deve far risorgere la Lega, ridare certezza ai miei cittadini" e "chi non vota Zaia va fuori dalla Lega". Difende Salvini anche dalla critica di essersi concesso troppo ai media, anche facendosi fotografare a petto nudo da un giornale di gossip e azzarda un paragone un po' politicamente scorretto: "Anche Mussolini, nella battaglia del grano era a torso nudo sopra quella che batteva il grano". Quindi nessun problema nei confronti dei nuovi alleati: "Anche Casa Pound porta l’ordine, la disciplina e il rispetto delle leggi.

Ricordati che nell’Io di quella associazione c’è prima di tutto lo Stato". E poco male se si rifanno al vecchio regime: "Il fascismo avrà fatto degli errori ma ha fatto anche tante cose che erano andate bene. Quindi un ritorno all’ordine io lo ritengo necessario".

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