Tutti in piazza questa sera a Tbilisi contro elezioni totalmente falsificate. Questo l'appello che ha caratterizzato il giorno dopo le urne georgiane, che hanno visto imporsi il partito al potere, «Sogno Georgiano», con quasi il 55% dei voti. A firmarlo la presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, che non riconosce il risultato delle urne, definite una «falsificazione totale, un furto totale dei voti». Secondo Zourabichvili il Paese è vittima di una «operazione speciale» russa, schierandosi a fianco dell'opposizione, supportata dagli osservatori elettorali europei che hanno certificato come le elezioni si siano svolte con intimidazioni e casi di violenza fisica che hanno influenzato l'esito del voto.
«Siamo stati testimoni di qualcosa di inusuale. È stata una falsificazione totale, il furto dei nostri voti - ha aggiunto il capo dello Stato - Non è mai successo prima. Siamo stati testimoni e vittime di una forma di guerra ibrida condotta contro il nostro popolo». Raddoppia la dose il leader dell'opposizione georgiana ed ex presidente, Mikheil Saakashvili, secondo cui è il momento di una grande protesta di massa: «Nessuno dovrebbe entrare in parlamento. Ora non è il momento di preoccuparci di come siamo stati ingannati. Dobbiamo mostrare al mondo che combattiamo per la libertà e che siamo noi quelli che non accettano le ingiustizie».
Sulle presunte irregolarità si è espresso anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che chiede chiarezza: «Ho intenzione di inserire la Georgia nell'agenda del Consiglio europeo informale di Budapest», per poi ribadire l'appello europeo alla leadership georgiana perché sia evidente l'impegno verso l'Ue. Il Consiglio di novembre, ha spiegato Michel, valuterà la situazione e definirà i prossimi passi. Si dice preoccupato per il clima di tensione e per le irregolarità segnalate ai seggi il Ministero degli Esteri tedesco, secondo cui occorre «moderazione ed evitare violenza e ulteriore polarizzazione».
Sul banco degli imputati c'è la legge sulla trasparenza dell'influenza straniera, la cosiddetta «legge russa» chiamata così perché ricorda la normativa voluta dal Cremlino e che di fatto sbarra la strada verso Bruxelles della Georgia. «In queste elezioni il nostro diritto di voto ci è stato tolto. Si sono svolte elezioni russe», ha accusato Zurabishvili. Le ha risposto Aleksey Pushkov, parlamentare della Federazione Russa, secondo cui «cambio di regime dell'Occidente in Georgia tramite il sostegno all'opposizione è fallito». Il piano dell'Occidente, aggiunge, era di trasformare la Georgia nella sua semicolonia, promettendole una felice integrazione nella famiglia multi-genere e «non binaria» delle nazioni europee. A festeggiare al momento è Bidzina Ivanishvili, leader del partito «Sogno georgiano» e miliardario la sua ricchezza è stata stimata in 7 miliardi di dollari. Da venditore di pc in Russia ha rapidamente scalato posizioni e volumi di affari, passando alle banche e ai metalli quando il governo russo ha privatizzato i suoi beni statali sotto Boris Eltsin.
Nelle stesse ore in cui verrà animata la manifestazione pacifica contro il voto, il primo ministro ungherese Viktor Orban sarà a Tbilisi per una visita di due giorni, accompagnato da una delegazione di ministri e funzionari.
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