La Germania scarica Conte e dice "no" ai virus-bond. Visco: "Crisi transitoria"

Berlino: "Dibattito vuoto, ci risarà austerità". Bankitalia: "Pronti a tutelare i risparmi"

La Germania scarica Conte e dice "no" ai virus-bond. Visco: "Crisi transitoria"

Divisi erano, divisi son rimasti. Come un'orchestrina da Titanic incurante del gigantesco iceberg che rischia di mandare a picco l'Europa, i ministri finanziari dell'Ue hanno continuato anche ieri a suonare spartiti diversi. Sul leggio c'era la discussione su quale strumento adottare per affrontare l'emergenza. In particolare, il modo in cui attivare il Meccanismo europeo di stabilità, proposta che - al pari del lancio di bond contro il Covid-19 - già nei giorni scorsi aveva creato due blocchi contrapposti. Rimasti tali. Nessun ripensamento. Anzi. Il ministro tedesco dell'Economia, Peter Altmaier, ha liquidato con un «è un dibattito vuoto» la discussione sull'emissione degli eurobond, consigliando «cautela quando vengono presentati presunti nuovi concetti geniali, che molto spesso sono solo una riedizione di concetti vecchi già respinti». Una sorta di pietra tombale calata sull'idea di un collocamento da 1.000 miliardi di euro, magari sotto la bandiera della Bce, e soprattutto sulla possibilità di una mutualizzazione dei debiti. Berlino, che in spregio alle regole sul pareggio di bilancio aveva già motu proprio stanziato 550 miliardi, non vede del resto l'ora di tornare ai bei tempi: «Una volta che la crisi sarà finita - ha avvisato il custode delle finanze tedesche - , torneremo alla politica di austerità». Anche l'Olanda è rimasta ferma su un principio irrinunciabile: chi vuole i soldi, apra le porte alla troika. Parole come zoccoli tirati in faccia a Italia, Spagna, Portogallo e Francia che puntano a rimuovere i vincoli-capestro del fondo salva-Stati data la situazione eccezionale. Roma, secondo alcune fonti, avrebbe bisogno di una linea di credito fino a un massimo di 150 miliardi, da restituire in un arco di 30-50 anni e senza sottostare ad alcun vincolo. Altri invece insistono: bastano già il bazooka della Bce e la sospensione del Patto di stabilità.

Se queste sono le prospettive, vanno prese con cautela perfino le parole del nuovo «alleato» dell'Italia, il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, secondo il quale «non c'è urgenza» di mettersi d'accordo sulle modalità d'impiego del Mes. Forse, invece, è molto meglio mettere prima in chiaro con quale corda eventualmente impiccarsi. Una sorta di cappio rischia di essere la proposta di un uso allargato delle Enhanced conditions credit Line (Eccl), che prevedono un monitoraggio da parte dellaUe.

L'economia è al collasso, con l'indice Pmi su produzione e ordini di manifattura e servizi crollato in marzo a 31,4 punti (51,8 a febbraio). Moody's stima una calo del Pil di Eurolandia del 2,7% quest'anno, facendo passare in secondo piano il ruggito di ieri delle Borse (+8,9% Milano, +11,37% Wall Street).

Tra le tante note negative, un messaggio ottimistico è arrivato dal governatore di

Bankitalia Ignazio Visco. «Stiamo attraversando una crisi inedita. Ma è una crisi dalla quale usciremo senz'altro, è transitoria. Tuteleremo i risparmi», ha detto il nel corso di un'intervista a diMartedì Giovanni Floris.

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