“Voglio fondare un nuovo movimento. Quello attuale pensa più alle poltrone che alla democrazia diretta”. Dino Giarrusso, eurodeputato ed ex Iena, da qualche giorno fuoriuscito dal M5s, spiega le ragioni della rottura con i grillini e anticipa la nascita di una nuova forza politica.
Perché ha lasciato i pentastellati?
“Troppi dei valori originari del M5s nei quali ancora credo sono stati traditi. Territori abbandonati e partecipazione azzerata, spesso volutamente dai capetti locali. Non sono andato via perché chiamato da un altro partito o per fondarne uno, ma perché non mi riconosco più in quel progetto originario che allora mi convinse a scendere in campo”.
Quando ha maturato la decisione?
“Quando ho capito che all’interno del M5s non c’era più la possibilità di far partecipare le comunità, alle quali ho dedicato anni della mia esistenza. A differenza di molti altri, battevo il territorio e non mi facevo vedere solo sotto elezione”.
Qual è lo stato di salute del M5s sui territori?
“Se su 126 Comuni in Sicilia ci presentiamo in 4, in Sardegna in uno, se non si coinvolge la base per scegliere il candidato sindaco di Palermo e viene tutto deciso dall’alto, la risposta è semplice. Non si vuol far partecipare nessuno. Chi fa parte del vertice non rispetta le regole e anzi sfoggia la propria prepotenza. A Palermo cinque onorevoli del M5s stanno facendo campagna elettorale per un candidato di una lista concorrente e nessuno dice nulla”.
Ritiene che Conte abbia peggiorato la situazione?
“L’ho sempre apprezzato come premier e rappresentante dell’Italia in Europa. Come capo politico del M5s, invece, si è fatto fregare. Un cerchio più tragico che magico lo ha portato a sbattere. I risultati saranno chiari dalle prossime amministrative. Stiamo parlando di chi è diventato capo politico nonostante la base avesse chiesto un organo collegiale. La si è ignorata, pensando che la sola figura di Conte bastasse”.
Le piazze, intanto, sono sempre più vuote durante i comizi…
“Non è il vero problema. In alcuni Comuni va meglio, in altri meno. La difficoltà è rappresentata dalle urne. L’ultima volta che Conte è venuto in Sicilia pur essendo piene le piazze, abbiamo preso il 4-5 per cento. Abbondavano i curiosi e pochi erano gli attivisti, allontanati da chi ne temeva la libertà di pensiero, ben prima dell’arrivo dell’ex premier. Speravo che con lui qualcosa cambiasse. È accaduto, invece, il contrario”.
Condivide la linea di Conte sulla politica estera?
“Al suo posto, uscirei domani dal governo Draghi, opporsi coi fatti, non solo a parole.”
I pentastellati non si sbilanciano perché appiattiti sulla linea del Pd?
“Lo sono fin troppo. Mi hanno contestato perché sostengo un candidato sindaco appoggiato da sette civiche e anche dalla Lega. Qualcuno, però, dimentica che eravamo quelli che dicevamo mai col partito di Bibbiano e che bisognava fare solo due mandati. Vedremo alle regionali in Sicilia quanti poltronari faranno il terzo mandato: sarà evidente chi non fa politica per passione ma per uno stipendio. Si è ideato un regolamento astruso per le primarie pur di non fare primarie interne e far ricandidare Cancelleri e altri al terzo mandato, poltronari spudorati”.
Tale modus operandi fa crescere il numero degli scontenti. Sono molti o Giarrusso è solo?
“Il problema non sono i mal di pancia dei portavoce, pur essendosene già andati in tanti, ma delle persone che si allontanano giorno dopo giorno e trattasi di attivisti, iscritti e persone che hanno dato vita al M5s”.
Qual è il suo futuro? Sposerà il progetto di Salvini, come qualcuno vocifera o costituirà il partito degli ex grillini?
“La notizia che sarei entrato lunedì nella Lega è inventata da fonti grilline: che triste spargere fake news! Sto realizzando un nuovo movimento, un partito meridionalista nel senso buono, federativo, in grado di valorizzare il Sud per aiutare anche il Nord, e rispettoso della democrazia diretta oggi passata di moda”.
La nuova forza sarà è orientata a destra o a sinistra?
“Una cosa buona del M5s, era il non essere né di destra, né di sinistra.
Non voglio, quindi, prima ancora di iniziare, schierarmi da una parte o dall’altra. Il bipolarismo non ha fatto bene all’Italia e spero che non ci sia più una divisione manichea. Di certo non farò lo zerbino al Pd, come oggi purtroppo molti miei colleghi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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