"Giorgia scolaretta incipriata". De Benedetti sa solo insultare

Ospite da Lilli Gruber, l'editore punge anche Letta: "Non ha capito che serviva un'alleanza elettorale"

"Giorgia scolaretta incipriata". De Benedetti sa solo insultare

Se è vero che la puntualità è la virtù di chi si annoia, allora è vero pure che le truppe di complemento della sinistra si annoiano parecchio. L'ospitata in collegamento di Carlo De Benedetti da Lilli Gruber ad Otto e Mezzo, per la ripartenza del programma e a poca distanza temporale dalle Politiche, è arrivata proprio quando ce la saremmo aspettata: in prossimità dell'avvento di quella «destra» (ora si usa dire «le destre») che la gauche caviar ritiene barbarica. Sembra inutile rimarcare l'amicizia tra i due, le vacanze in Costa Smeralda e le foto di Chi sullo yatch dell'imprenditore: sono elementi che hanno fatto parte delle recenti cronache sulla sinistra salottiera ma che non aggiungono granché.

I toni comunque sono quelli attesi: «Il cambiamento da Draghi alla Meloni, se non fosse una tragedia, è esilarante...», dice De Benedetti. E ancora: «Non penso che Draghi le farà da suggeritore, garante o patrono, come qualcuno ha scritto. Draghi è una persona seria». Poi il pezzo da novanta della narrativa con cui la sinistra sta cercando di destrutturare l'avanzata del presidente di Fratelli d'Italia: le accuse sulla non credibilità. «Meloni è una persona camaleontica, oggi sembra una scolaretta che ha rinnegato tutte le cose in cui credeva. Vogliamo credere alla Meloni del comizio dei camerati di Vox o a quella di questo nuovo incipriamento? La sua storia è molto chiara e delineata», osserva. In effetti la storia della Meloni è molto chiara e racconta anche di condanne ferme a ogni forma di totalitarismo. Ma se la sinistra lo riconoscesse, quali armi comunicative resterebbero?

De Benedetti azzarda quella che più che una previsione sembra una sua speranza: «Io penso che Berlusconi si sfilerà». E ancora: «Perché a fare il paggetto della Meloni non ce lo vedo. D'altronde le posizioni tra Salvini, Meloni e Berlusconi sono all'opposto».

La notizia, a ben vedere, è che anche l'imprenditore sembra dare la vittoria del centrodestra per fatta. Tant'è che un passaggio fondamentale dell'ospitata viene riservato alle scelte compiute dall'attuale segretario del Partito democratico: «Premesso che Letta è persona seria, corretta e competente, su queste elezioni ha sbagliato - tuona - perché questa legge elettorale, che nessuno si è preoccupato di cambiare, predilige le coalizioni». Poi De Benedetti svela di aver sperato in un'edizione giallorossa del centrosinistra: «Conte ha fatto malissimo a far cadere Draghi, non c'è dubbio, ma così facendo (cioè senza stipulare un'alleanza con i grillini, ndr) Letta ha rinunciato a competere. Ci ha predicato il campo largo e poi è finito in un campetto. Dopo le elezioni Letta dovrebbe rimanere segretario e portare il partito al congresso».

L'editore, nonostante la mancata coalizione, fa sapere che continuerà a votare per il Pd.

Attacco frontale alla Meloni, speranza di fratture nel centrodestra, reprimenda al segretario ma conferma del sostegno ai dem: «copione scritto» non rende l'idea.

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