Oggi potrebbe essere il giorno in cui si certifica ufficialmente la crisi di governo. Dopo settimane di scontri e discussioni piuttosto accese tra Pd e M5s da una parte e Italia viva dall’altra, Matteo Renzi potrebbe mettere la parola fine all’esecutivo Conte II. Per capire come si evolverà la crisi politica che ha destabilizzato la maggioranza giallorossa bisognerà aspettare il primo pomeriggio. Alle 17:30 Matteo Renzi annuncerà in una conferenza stampa se le due ministre Bellanova e Bonetti si dimetteranno. In questo caso la crisi prenderà corpo. Appare molto difficile che Iv possa fare marcia indietro e rimangiare tutto quello detto pubblicamente in questo ultimo periodo.
Lo scontro nella notte
Qualcuno nelle ultime ore ha provato a fare da pontiere tra le parti così da disinnescare la crisi. Eppure le speranze di una ricuciture sono saltate quando la scorsa notte Bellanova e Bonetti si sono astenute sul Recovery Plan approvato dal Consiglio dei ministri. Un ulteriore e imprevisto colpo assestato all’esecutivo. Altro segnale che indica come la frattura sia insanabile. Quella del ripensamento di Iv è una strada complicata ma non impossibile da percorrere. Del resto in politica nulla si può escludere.
I resonsabili
L’ipotesi, però, è che Renzi dica basta. Gli scenari che si aprirebbero sono ancora del tutto incerti. Il leader di Iv ha spiegato nelle scorse ore che, secondo lui, oggi il presidente del Consiglio tenterà un colpo a sorpresa annunciando "di avere altri parlamentari a suo sostegno". Si potrebbe trattare dei cosiddetti "responsabili", parlamentari dell’opposizione che potrebbero essere propensi a sostenere il governo per far continuare la legislatura. Se così sarà il cambio di campo potrebbe essere giustificato da motivazioni di interesse nazionale. Tra questi vi sono le questioni legate all’emergenza sanitaria. Un Consiglio dei ministri è in programma stasera per varare il nuovo decreto sulle misure anti Covid e, un altro con al centro la richiesta alle Camere di un nuovo scostamento di bilancio da 24 miliardi, è in calendario per domani.
No (forse) al Conte ter
Con le parole pronunciate ieri mattina, il premier ha stoppato sul nascere l’eventualità che si possa formare un nuovo governo Conte con i renziani. "Se si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Italia viva", ha spiegato il presidente del Consiglio. A meno che Renzi scelga di non fare dimettere le due ministre: "Se Renzi non esce si può ragionare", ha ammesso il premier ieri sera.
Se un accordo in extremis ci sarà, allora potrebbe scattare il piano di emergenza che vorrebbe il Partito democratico: i leader stringono un patto di legislatura e lanciano davvero il Conte 3. Il nuovo esecutivo dovrebbe essere strutturato in modo da non apparire come una resa di Renzi. Se l’accordo non ci sarà è possibile che Conte vada in Parlamento, incolpi Renzi pubblicamente della crisi e annunci la volontà di andare alla conta dei voti. Praticamente una replica di quanto fece con Matteo Salvini nell’agosto 2019.
Altre ipotesi
Se si andrà alla conta bisogna vedere se il presidente ha davvero trovato i "responsabili" che sostituiscano i renziani. Questi ultimi, almeno secondo voci che proverrebero dal Quirinale, dovrebbero essere numerosi e piuttosto compatti ein grado di formare un nuovo e organico gruppo parlamentare. Ne potrebbero far parte fuoriusciti del gruppo misto e berlusconiani critici verso il duo Salvini-Meloni. Sullo sfondo ci sono anche altre due scenari. Il primo è legato ad un governo "di scopo" che abbia il sostegno del centrodestra, forse senza Fdi. Il Pd lo esclude ma i dem, con gli accordi siglati con il M5s, che tutto è possibile. Il secondo, il meno probabile, sono le elezioni anticipate in piena emergenza virus e crisi economica. Una eventualità che molti vorrebbero escludere, soprattutto tra i parlamentari del M5s.
I grillini sanno che in caso di urne molti di loro rischiano di non essere rieletti.Poche ore e finalmente si saprà se Renzi ha mantenuto la sua posizione. C’è chi trema e chi spera. Intanto gli italiani aspettano di capire cosa accadrà con le nuove norme anti-Covid in vigore dal 16 gennaio.
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