Ugo Grassi è un senatore in forza Lega, transitato nel partito di Matteo Salvini dal Movimento 5 Stelle. Intervistato da La Repubblica, ha raccontato un episodio del passato legato al presidente del Consiglio, che lo avrebbe contattato per offrirgli un incarico. Il senatore ha preferito non scendere troppo nel dettaglio delle tempistiche di contatto da parte di Giuseppe Conte, ma la sua ricostruzione dei fatti al quotidiano è apparsa molto dettagliata.
Giuseppe Conte e Ugo Grassi si conoscono da diversi anni, prima che Conte diventasse presidente del Consiglio. Grassi, infatti, è ordinario di Diritto civile all'Università Parthenope di Napoli ed è quindi collega di Giuseppe Conte. I due si sono incontrati più volte durante i convegni accademici, per poi ritrovarsi tra i banchi del Senato. "Sono stato contattato dal presidente del Consiglio. Mi ha detto: "Dobbiamo fare quattro chiacchiere io e te, prendi appuntamento col mio segretario'", racconta Ugo Grassi, ricordando il momento in cui il presidente del Consiglio lo ha avvicinato per la prima volta in Parlamento. Incuriosito dall'inusuale richiesta di Giuseppe Conte, Grassi ha fissato il colloquio col presidente del Consiglio tramite una persona di sua conoscenza a Palazzo Chigi. Non un incontro formale, come spiega Grassi, perché "il professor Conte, mi accoglie nel suo studio, ma mi fa sedere nel salotto, sui divani".
Il presidente del Consiglio è andato subito al punto col senatore, allora ancora in forze Movimento 5 Stelle: "Mi ha guardato in faccia e mi ha detto: 'Ugo, voglio entrare subito nel cuore del nostro incontro. E ti voglio chiedere: Vuoi qualche incarico?'". Ugo Grassi è stato spiazzato dall'insolita richiesta di Giuseppe Conte ma è stato pronto nel rrispondere: "Ho immediatamente replicato: 'Giuseppe, ti ringrazio, ma io non voglio alcun incarico, non ne sto cercando. Voglio un progetto politico, non poltrone, sto lavorando a quello'". Il senatore ammette che Conte a quel punto non ha insistito oltre ma non nega di aver notato in lui un certo imbarazzo, quasi di disagio, tanto che il discorso si è spostato subito su altri lidi. "Ha iniziato a parlare di università, del nostro mondo. Siamo entrambi professori di Diritto civile. Conoscevo bene il suo collega di studio Guido Alpa, anche con Conte ci siamo incrociati in qualche convegno. Per questo ci diamo del tu", ha spiegato Ugo Grassi.
Un modo come un altro per uscire dall'imbarazzo, quello di Giuseppe Conte, che poi si è sentito in dovere di consigliare il suo collega: "Alla fine, quando ha realizzato che il proposito era sostanzialmente fallito, mi ha detto: "Ugo, ad ogni modo, se posso darti un consiglio, nella tua esperienza politica, se hai bisogno di interlocutori politici, guarda al Pd". Un consiglio inusuale, vista la storia politica di Giuseppe Conte, che nemmeno Grassi si sarebbe aspettato in quel momento: "È abbastanza strano perché conosceva la mia collocazione politica, ormai chiara dopo che avevo abbandonato il Movimento. E questo ha confermato la mia convinzione che lui, fin dal passato, ha sempre manifestato una certa simpatia per la sinistra piuttosto che per la Lega, con la quale ha dovuto pur governare".
Anche in questo caso, Ugo Grassi non si è tirato indietro nella replica a Conte: "Gli ho risposto: 'Grazie per il consiglio, ma ho molte critiche da muovere al Pd, che considero responsabile dell'esplosione burocratica che ha travolto l'università italiana'". Da quel momento, non c'è più stato nessun abbordamento da parte di Giuseppe Conte a Ugo Grassi, che trova delle similitudini tra il suo incontro e quanto sta accadendo oggi. Al senatore, in quel momento, sembrava "che il premier cercasse, allora come forse oggi, forze a supporto della sua maggioranza, anche facendo leva su rapporti personali".
In mattinata, Palazzo Chigi con una nota ha smentito alcuni passaggi dell'intervista. Prima di tutto, è stata fatta chiarezze sulle tempistiche, sottolineando che l'incontro "è avvenuto il giorno 31 ottobre 2019 come puntualmente annotato nel registro di segreteria della Presidenza del Consiglio". All'epoca Ugo Grassi era ancora un senatore M5S e "durante l’incontro il senatore Grassi non ha per nulla anticipato al Presidente l’intenzione di lasciare il Movimento 5 Stelle per trasferirsi al Gruppo del Senato della Lega".
Inoltre, nella nota si precisa che "è assolutamente falsa, destituita di ogni fondamento e peraltro volgare la ricostruzione che vede il Presidente esordire o comunque offrire nel corso del colloquio un incarico". Parimenti, spiega Palazzo Chigi, "falso è il suggerimento che il Presidente avrebbe dato al sen. Grassi di cercare interlocutori politici nel Pd".
Palazzo Chigi sostiene che il quotidiano abbia riportato "in maniera parziale e del tutto scorretta" la precisazione di Palazzo Chigi, "così da stravolgerne il senso e da lasciare in piedi l’accusa più grave, cioè quella dell’offerta di incarichi". Infine, dalla Presidenza del Consiglio, sostengono che "le omissioni sulla data dell’incontro e la falsa ricostruzione dei contenuti del colloquio rivelano chiaramente l’intento diffamatorio dell’intervistato".
Nel pomeriggio, la Lega ha replicato con una nota a Palazzo Chigi: "Il senatore Ugo Grassi
conferma il contenuto dell'intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica. È stupito dalla reazione di Palazzo Chigi ed è pronto a sostenere la veridicità di quanto dichiarato in ogni sede".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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