"Il governo revochi i fondi alle associazioni Lgbt"

Filippo Savarese, portavoce di Manif Italia, chiede un cambiamento radicale dell'Unar e la revoca dei bandi che hanno assegnato migliaia di euro a quelle associazioni Lgbt che operano in ambienti dove la promiscuità regna

"Il governo revochi i fondi alle associazioni Lgbt"

"Ora è importante far capire che, anche se si sono denunciate fra di loro, tutte le realtà lgbt fanno esattamente le stesse cose nei loro circoli". Filippo Savarese, portavoce di Manif Italia per ilGiornale.it, commenta le notizie che provengono dal mondo delle associazioni Lgbt che ricevono fondi statali.

"Tutti i bandi devono essere assolutamente revocati perché è impensabile che il governo assegni centinaia di migliaia di euro ad enti che pretendono di svolgere attività di contrasto alla discriminazione in ambienti con una connotazione commerciale e a sfondo sessuale", attacca Savarese prendendo di mira il centro Il Cassero di Bologna che, secondo quanto ha scoperto il quotidiano La Verità, ha pubblicato, in collaborazione col Mit (Movimento Identità Transessuale) un opuscolo per una campagna sulla salute sessuale in cui si descrivono situazioni molto oscene. Anche in questo caso, sia il Cassero sia il Mit, si sono visti assegnare 140mila euro ognuno grazie al bando dell’Unar. "Bando che è stato sospeso ma noi - aggiunge Savarese - chiederemo al dipartimento delle Pari Opportunità che anche in questo caso si revochi l’assegnazione dei fondi, come fatto per l’Andos". I movimenti cattolici, come Manif, denunciano da tempo denunciano queste situazioni di cui sono a conoscenza "perché le associazioni Lgbt sponsorizzano nei loro siti e nei loro volantini la presenza nelle loro sedi delle dark room" e pertanto le consideriamo titolare ad "entrare nelle scuole italiane a parlare di sessualità e affettività".

Per Savarese quelle lezioni "si basano su un modello che è totalmente fuori dal sentire comune ma anche fuori da ogni parametro di sicurezza visto che, nella maggior parte dei circoli, vi è una notevole promiscuità e chi ha un certo stile di vita non può andare a insegnare nelle scuole". Il tentativo di introdurre la teoria gender nelle scuole nasce nel 2013 quando con "la strategia nazionale Lgbt", promossa dall'Unar e finanziata dalla Fornero che aveva la delega sulle Pari Opportunità con 10 milioni di euro."Ora chiediamo che venga smantellato ogni collegamento tra il Miur del ministro Fedeli e il dipartimento Pari Opportunità da cui dipende l'Unar perché - sottolinea Savarese - a noi interessa anzitutto la libertà educativa dei figli, cioè che li stiamo mandando a scuola per imparare italiano, storia, matematica e non l’ideologia gender o perversioni e promiscuità".

"Chiediamo che il prossimo direttore dell’Unar sia super parters, non scelto dalla politica, e che si occupi delle reali discriminazioni razziali o di altro genere come quello che subiscono i bambini disabili nelle scuole. Altrimenti non escludiamo di andare a manifestare sotto la sede dell’Unar", conclude il portavoce di Manif Italia.

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