![Il governo studia la tregua. "Apriamo una nuova stagione"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/10/1739162490-aztfvq8qm42zrfiivmjd-lapresse.jpeg?_=1739162490)
La linea è quella di smorzare, sopire le tensioni con la magistratura arrivate all'apice dello scontro. L'occasione è il cambio dei vertici dell'Anm, con la nuova presidenza di Cesare Parodi, Magistratura Indipendente, che ha subito chiesto un incontro a Giorgia Meloni. Una richiesta accolta con favore dalla stessa premier e diventata ieri per la maggioranza un'occasione per abbassare i toni, per evitare uno stillicidio quotidiano che rischia di logorare l'esecutivo che nei prossimi mesi punta a portare a casa la separazione delle carriere senza arrivare allo strappo definitivo con la categoria. Confermano la linea dell'apertura le dichiarazioni di alcuni esponenti di primo piano, a partire dal capogruppo di Fdi Galeazzo Bignami: «FdI saluta con favore la volontà di dialogo espressa dal nuovo presidente della Anm e la immediata disponibilità resa dal Presidente Meloni dimostra come questa riforma della giustizia non sia contro qualcuno, ma per gli italiani e tutta la magistratura». Anche Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, porta avanti il ramo d'ulivo: «Da sempre sono un convinto sostenitore del dialogo, ovviamente se è comune intenzione. Così come non è blasfemia modificare la Costituzione, non è sacrilego modificare le riforme della Costituzione. Ora la Anm apra una nuova stagione».
Acqua sul fuoco, dopo un braccio di ferro che si è combattuto negli ultimi mesi a ripetizione, sui fronti più caldi delle politiche governative, dalla madre delle riforme della giustizia voluta dal Guardasigilli ai provvedimenti sull'immigrazione. Fino a quello frontale dei giorni scorsi con il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, che ha iscritto nel registro degli indagati mezzo governo sul caso della liberazione del generale libico Almasri, e inviato tutto al Tribunale dei ministri. Un «atto voluto» a cui ha reagito la stessa premier e poi l'esecutivo compatto. Tanto che il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano ha dichiarato: «Nella mia stanza, da qualche giorno quell'avviso è incorniciato...»
Innescando il contrattacco della magistratura a difesa di Lo Voi, con la richiesta dell'apertura in Csm di una pratica a tutela del Procuratore, e, di contro, da parte dei consiglieri laici di centrodestra, di un'altra per una presunta incompatibilità ambientale del magistrato. Nel mezzo è arrivata anche la denuncia senza precedenti da parte del Dis - il dipartimento che coordina i nostri servizi segreti - per una presunta violazione da parte di lo Voi nella divulgazione di un documento dell'intelligence che il magistrato ha depositato in un'indagine su alcuni giornalisti del Domani, di fatto rendendolo pubblico. Il Dis contesta alla Procura di aver trasmesso un'informativa dai servizi classificata come «riservata». L'esposto è stato presentato dalla nostra intelligence alla Procura di Perugia, competente sulle toghe romane, e oggi potrebbe essere formalmente aperto un fascicolo senza indagati. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, dovrà valutare la sussistenza di un eventuale profilo penale e solo poi procedere alle iscrizioni nel registro degli indagati. Dal canto suo Lo Voi contesta le accuse mosse dal Dis ribadendo la «correttezza» dell'operato dell'ufficio. Martedì al Copasir è attesa l'audizione del capo dell'Aise, Giovanni Caravelli. C'è da ritenere che si toccheranno le anomalie che hanno visto coinvolti i servizi nelle ultime settimane.
E intanto il Comitato direttivo dell'Anm invita i colleghi a indossare la coccarda tricolore durante tutte le udienze civili e penali da qui allo sciopero del 27 febbraio. Iniziativa che fa innervosire la maggioranza. «Sulla coccarda scrivano a quale corrente appartengono, così i cittadini conosceranno il soggetto a cui stanno dedicando la loro protesta» dice l'azzurro Costa.
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