Granato sfida il divieto per i No Pass in Senato. Scaricato un milione di certificati: 90% tamponi

In commissione senza mostrare la carta verde. Sospesa per dieci giorni

Granato sfida il divieto per i No Pass in Senato. Scaricato un milione di certificati: 90% tamponi

A dirla meglio di tutti è stato Silvio Berlusconi: «Hanno una strana idea di libertà coloro che pensano di avere il diritto di contagiare gli altri» o anche «un eroe è chi blocca un treno per Auschwitz, non un porto per il green pass». E in effetti non si capisce bene cosa abbiano in testa quelli che, a costo di non vaccinarsi contro il Covid, sono disposti a rinunciare al lavoro, a non portare i figli a scuola, a non uscire più di casa. E la cosa più grave è che a pensarla così sono anche certi medici, poliziotti, insegnanti o, peggio ancora, parlamentari.

Ieri a fare il suo delirante show, per dimostrare solidarietà ai manifestanti di Trieste, è stata Laura Granato, sconosciuta senatrice di Alternativa C'è (che riunisce i fuoriusciti dal M5s), la quale si è rifiutata di esibire il green pass entrando a Palazzo Madama e si è recata come se nulla fosse alla seduta della commissione Affari Costituzionali di cui fa parte. Come sia riuscita a entrare è ancora un mistero.

Il presidente della commissione, il Pd Dario Parrini, ha così sospeso i lavori e segnalato il caso all'ufficio di presidenza che, riunito d'urgenza, ha sospeso la Granato per 10 giorni. È il primo caso in Parlamento di insubordinazione alle regole anti Covid. Non soddisfatta la senatrice ha anche provato a entrare in aula dove era in corso l'informativa del ministro Lamorgese. Ma è stata bloccata dai commessi già preallertati. E anche al ristorante interno del Senato era stato dato ordine di non farla passare. La parlamentare calabrese, infatti, aveva preannunciato il suo patetico blitz qualche ora prima. Forse per provare l'ebbrezza di finire sui giornali, almeno per una volta: «Siamo cittadini e non sudditi: non ho intenzione di esibire la tessera dell'obbedienza».

In preda al delirio ha spiegato poi le sue gesta: «Voglio che i cittadini prendano coscienza del grave pericolo che sta correndo oggi la democrazia in Italia con leggi incostituzionali e autoritarie che non esistono in nessun altro paese europeo. È palese l'atto eversivo perpetrato ai danni dei cittadini privati del loro diritto alla rappresentanza». Andrea Marcucci del Pd le definisce «stupide provocazioni» e il senatore azzurro, Francesco Giro, ironizza: «Vorrà dire che ci priveremo del prezioso contributo della collega».

Stesse penose scene per due deputati dell'Assemblea Regionale Siciliana.

La vicepresidente dell'Ars, Angela Foti, in possesso di green pass tramite tampone e Sergio Tancredi, capogruppo di Attiva Sicilia, si sono rifiutati di esibire il certificato verde e non sono stati fatti entrare in aula: «Ci hanno impedito di fare il nostro dovere - si lamentano - Mi rifiuto di presentare il green pass, misura ipocrita e coercitiva che lede i principi della democrazia e le libertà personali». Intanto, lunedì sono stati scaricati oltre un milione di certificati verdi, ma il dato significativo è che oltre 900mila sono il risultato di tampone negativo, non di vaccino. Strani davvero, gli italiani.

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