Grillini in tilt tra Patuanelli e il caso Formigoni. M5s e Pd, pressing per legge "salva Napoli"

Il ministro contestato minaccia dimissioni. Vitalizi, torna la lotta simbolo

Grillini in tilt tra Patuanelli e il caso Formigoni. M5s e Pd, pressing per legge "salva Napoli"

Prima il dietrofront su Zingaretti a Roma, ora il M5s che annuncia l'appoggio a Gaetano Manfredi per Napoli e incassa il suo rifiuto. L'ex ministro dell'Università, con una lettera, dopo l'endorsement di Giuseppe Conte ha opposto un garbato rifiuto accampando 2,7 miliardi di motivi: tanti quanti gli euro del debito che grava su Napoli. «Al momento -ha scritto l'ex rettore dell'Università Federico II- la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile». Un ennesimo inciampo per la strategia bettiniana abbracciata da Letta e Conte.

Si conferma sempre più difficile trovare candidati sindaci, in uno scenario economico e amministrativo difficile per gli enti locali che comporta spesso l'aver a che fare con la giustizia. Sullo stato comatoso del bilancio del Comune di Napoli, gestito dalla sinistra pressoché ininterrottamente dal 1975, già si addensano nubi: Marcello Taglialatela, ex parlamentare e presidente dell'Associazione Campo Sud, è stato già ascoltato in Procura dopo aver presentato un esposto per presunte irregolarità nella revisione dei conti. Pd e M5s non vogliono però arrendersi sull'unico candidato su cui sono riusciti a convergere e del resto Manfredi ha lasciato aperto uno spiraglio: un intervento dello Stato per evitare il crac che Napoli dovrebbe dichiarare entro fine anno. E infatti è subito partito il tam tam per un «Salva Napoli». Che si è rapidamente trasformato in un pressing sul Ministero dell'economia perché vari un provvedimento che, per non apparire troppo su misura, si trasformerebbe in un più ampio «salva comuni». «La condizione del Comune di Napoli -dice il presidente della Camera Roberto Fico- è simile a quella di tanti altri nel nostro Paese: serve il massimo sostegno». Posizione che trova larga eco tra pentastellati e dem.

Ma che un «salva comuni» possa davvero vedere la luce diventando tema dilaniante per il governo Draghi, non appare probabile. Il sindaco uscente di Napoli lo dice chiaro: «Sarebbe bello che prendessero un impegno per una legge per i Comuni, chiunque vinca -dice De Magistris- visto che non l'hanno voluta fare in questi anni perché amministrava de Magistris, e questo l'hanno capito tutti, adesso non la cuciamo per Manfredi».

Ultimamente, per i giallorossi pare che ogni mossa sia quella sbagliata. Dalle amministrative alla lite M5s-Rousseau, al malcontento dei parlamentari grillini del Sud che ieri ha portato il ministro Stefano Patuanelli a minacciare le dimissioni dopo una bordata di accuse interne per la ripartizione dei fondi europei. Ieri è partito un tentativo di ricompattare il Movimento tornando all'usurato cavallo di battaglia della lotta alla casta. La restituzione del vitalizio a Formigoni da parte del Senato ha incendiato le polveri.

I pentastellati hanno bloccato la capigruppo che decide il calendario dei lavori nel tentativo, finora vano, di discutere in aula la questione per poter avere un palcoscenico, nonostante a decidere sia stato l'organo interno di giustizia del Senato. A guidare l'assalto Paola Taverna tornata in versione pasdaran. Chissà se un nemico come Formigoni basterà a non far implodere i 5s.

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