Grillo attacca Salvini: "La sicurezza? È un falso problema"

Il guru M5s straccia la bandiera dell'alleato: "Ci sono molti più suicidi che morti violente"

Grillo attacca Salvini: "La sicurezza? È un falso problema"

Né aderire né sabotare. Come per i socialisti italiani davanti alla prima guerra mondiale, così Beppe Grillo guarda da lontano la navicella messa su assieme a Casaleggio senior buonanima. Un «garante» che non garantisce, che non s'intromette, se non per dirimere querelle interne. Questo, almeno, ufficialmente. È noto che il guru dei 5S ispiri molti degli interventi per raddrizzare le rotte sbilenche di Di Maio: attraverso il subcomandante Di Battista, o per via del presidente della Camera, Fico. Sul suo blog personale - voluto apposta per non pestare (troppo) i piedi - i suoi interventi si fanno invece quasi impalpabili, guardano all'iperuranio o agli spazi siderali. Talora, più modestamente, all'interno di quegli anfratti mentali condivisi, dice Beppe, col «mio neurologo», come quando l'altro giorno chiedeva, a proposito del governo, «Dove stiamo andando? Cosa stiamo facendo? Cosa stiamo aspettando?».

Ieri, giorno delle due manifestazioni di lotta del governo - verdo-leghisti a Roma, giallo-grillini a Torino - il guru era invece a Roma, alla Nuvola di Fuksas per un dibattito, attirandosi anche la contestazione di un giovanotto per non essere presente al «No Tav» di Torino: prima gli ha risposto stizzito, poi in privato gli ha garantito che, al di là delle chiacchiere, il Tav non si farà. Quando parla, infatti, Grillo resta incontrollabile e la voglia di stuzzicare (amici e) nemici salta fuori. Ieri ha fatto intendere di non condividere nulla del cavallo di battaglia degli alleati leghisti: il tema della sicurezza. Sostanzialmente è un falso problema, ha sostenuto. «Abbiamo la sensazione di vivere in un mondo violento», certo. Ma i dati, ha ricordato citando statistiche mondiali, dicono altro: «Ogni anno muoiono oltre 52 milioni di persone in tutto il pianeta e di queste solo 750mila sono quelle che perdono la vita per un fatto violento». Non solo. «Molte di più sono quelle che si suicidano: le statistiche parlano infatti di circa un milione di persone». Discorso magari condivisibile su scala mondiale, ma che cozza non solo con le campagne dell'attuale ministro dell'Interno, bensì pure con qualche pensiero (più o meno incontrollato) espresso da Grillo quando al potere c'era il «partito unico» da lui ribattezzato «Pdmenoelle». Era il 22 aprile 2015 e il popolare comico era in polemica proprio con i leghisti, accusati da lui «di cavalcare la tigre» nonché di «aver sempre favorito l'immigrazione clandestina». Fantastica la conclusione del post: «Meno sicurezza, più clandestini, meno espulsioni, più costi e burocrazia a spese dei cittadini italiani. Ecco i risultati targati Lega. Il reato di clandestinità esiste ancora, ma è gestito in modo che il clandestino di fatto non possa essere espulso.

Il M5s si è adoperato per renderlo effettivo e per eliminare l'attuale situazione in cui è impossibile di fatto espellere chiunque entri senza permesso in Italia, una situazione che paralizza polizia e procure. I confini nazionali sono una cosa seria e non un risiko con cui Alfano e Salvini possono giocare per scopi elettorali o di governo».

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