Beppe Grillo li chiama zombie, Giuseppe Conte implorava il loro aiuto per la campagna elettorale. Come in un deja vu, in ricordo dei vecchi tempi di gogne e ghigliottine, il Garante pubblica sui social l'album delle figurine dei reietti. I parlamentari che hanno lasciato il M5s a partire dalla fine di giugno con la scissione di Luigi Di Maio. Per finire con gli ultimi che hanno detto Vaffa ai Cinque Stelle. L'ex capogruppo Davide Crippa, il ministro Federico D'Incà, i componenti del direttivo del gruppo grillino alla Camera e la vicepresidente del Copasir Federica Dieni. «L'album degli zombie in edicola: con quattro bustine l'album è in regalo!». Seguono foto segnaletiche dei transfughi da esporre alla rabbia dei social: Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora, Lucia Azzolina, Laura Castelli. «Da oggi in tutte le edicole», scrive Grillo a commento del post. Un altro indizio di un Movimento che sceglie il ritorno a un passato fatto di insulti e offese a chi non si allinea. E pazienza se nello Statuto del M5s si pone l'accento sulla «cura delle parole».
«È da tempo che le decisioni che vengono prese dai vertici non mi appartengono più, il M5s non esiste più», scrive la deputata Dieni, ultima a lasciare il Movimento. «Da tempo non mi riconoscevo più nella linea politica del M5s, la polemica sulle armi all'Ucraina e la decisione di aprire la crisi di governo sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso», conferma la vicepresidente del Copasir al Giornale.
Si prevedono altre defezioni, soprattutto tra chi non potrà ricandidarsi per effetto della regola del doppio mandato. Proprio loro che, negli scorsi giorni, hanno ricevuto telefonate supplichevoli da parte del leader, bisognoso dell'aiuto di volti noti e meno noti in vista della campagna elettorale. «Non potevamo fare figli e figliastri, ma dammi una mano per la campagna elettorale», ha ripetuto Conte ai quarantanove esclusi, quasi a implorare un aiuto in vista del voto. Poi ha promesso: «Non vi abbandono, se avete bisogno chiedete». L'ex premier, infatti, è consapevole delle difficoltà di una campagna elettorale in solitaria, con pochi big e pochi soldi in cassa. Solo che ora alcuni tra gli zombie sono pronti a querelare Grillo e chiedono al partito di non utilizzare i soldi delle restituzioni destinate alla beneficenza per la campagna elettorale. E Conte tuona, contro il Pd: «Il Pd ha assunto una linea molto chiara, si è accodato a FI e alla Lega. Loro ci volevano fuori, si è confermato che anche il Pd ci vuole fuori. Benissimo,
Ma non c'è il sereno nemmeno tra Conte e Grillo. Il Garante non ne vuole sapere di mettere il nome dell'ex premier nel simbolo. E, oltre a questo, i due si stanno accapigliando sulle parlamentarie. L'avvocato ha proposto al fondatore di poter scegliere almeno i capilista, così da blindare i fedelissimi nelle regioni del Sud. Grillo, però, continua a opporsi e vuole il voto online su tutti i candidati.
Una lotteria per Conte, che potrebbe vedere impallinati i suoi uomini. A rischio nella consultazione con gli attivisti, secondo le indiscrezioni, la deputata Gilda Sportiello, vicinissima a Roberto Fico, che dovrebbe correre a Napoli.
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