La temperatura si alza di colpo nell'aula del processo per stupro a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e dei tre suoi amici protagonisti della «notte brava» del luglio 2019 nella villa del comico in Costa Smeralda. Alla vigilia dell'interrogatorio degli imputati fissato per oggi - udienza cruciale, comunque vada a finire - nell'aula del tribunale di Tempio Pausania scoppia lo scontro frontale tra accusa e difese. Il tema è quello centrale del processo: lo stato mentale di S., la studentessa italo-norvegese che ha denunciato Grillo junior e gli amici, nella notte in cui i giovanotti se la passavano da un letto all'altro. S. era una sorta di fantoccio, ubriaca al punto di non sapere rifiutarsi né opporsi? O era lucida, allegra, consenziente, come dicono i quattro?
Su questo - assodato che i rapporti sessuali avvennero - si gioca l'esito del processo. E ieri arriva in aula un testimone importante: è Marina Loi, la psicologa di parte civile che ha visitato ripetutamente S. e analizzato tutti gli elementi raccolti nelle indagini, compresi i video girati dai ragazzi con il loro cellulare. Al tribunale, la psicologa dà una risposta netta: «S. era passiva». È una risposta che potrebbe pesare come una macina sulla sorte degli imputati. Gli avvocati difensori se ne rendono conto, insorgono, pretendono che il video venga nuovamente proiettato in aula. Il giudice autorizza. E sullo schermo allestito davanti ai giudici riscorrono i ventotto secondi estrapolati dagli smartphone.
Sono - assicura chi le ha viste - immagini che non danno risposte, spezzoni frammentari da cui è impossibile dedurre quanto S. fosse presente a se stessa, in grado di accettare consapevolmente le profferte dei quattro. Allora perché insistere per farlo rivedere? Probabilmente, per instillare il dubbio nei giudici, per spingerli almeno verso una assoluzione per insufficienza di prove; per convincerli che la parola di S. non è sufficiente a dichiararli colpevoli.
In realtà, secondo la Procura a carico degli imputati c'è anche dell'altro: il racconto di R., l'amica che era con la vittima nella villa, e che subì anche lei forme di oltraggio sessuale (queste inequivocabilmente documentate) dal quartetto di ragazzi bene; e le testimonianze di alcuni che incontrarono S. l'indomani, e che la trovarono provata, quasi sotto choc. Ma altri testimoni la descrivono calma, «normale».
Così assume un peso importante il passaggio fissato per oggi: l'interrogatorio degli imputati. È un passaggio cui i quattro hanno diritto di sottrarsi. Scelta difficile: rifiutando di rispondere evitano di cadere in contraddizione, ma perdono la chance di convincere i giudici della propria buona fede.
E i quattro davanti al bivio si dividono: Ciro Grillo, a meno di ripensamenti in extremis, non si presenterà in aula; due, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, probabilmente seguiranno il suo esempio; mentre invece Francesco Corsiglia - il più estroverso del gruppo, quello che più chiaramente cerca di separare il proprio destino da quello degli amici - ha deciso di presentarsi e di rispondere, ripetendo ai giudici la sua verità: «La ragazza era d'accordo». La sua presunta vittima, S., oggi non sarà in aula ad ascoltarlo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.