Vittoria e boom, record di guadagni per i Paperoni del mondo, dopo la campagna elettorale più costosa della storia americana, per la quale i due candidati hanno speso 15,9 miliardi. Dollari su dollari sono finiti nel patrimonio di chi già svetta nella classifica dei ricconi del pianeta, composta soprattutto da miliardari dell'industria tech a stelle e strisce. Il trionfo di Donald Trump alle ultime presidenziali ha accresciuto come non era mai successo prima in così poco tempo il patrimonio dei dieci uomini più facoltosi del mondo, ben 64 miliardi in tutto, che hanno trasformato mercoledì, il day after del voto e giorno in cui i risultati sono diventati definitivi, nel «più grande aumento giornaliero di ricchezza» registrato dal Billionaire Index di Bloomberg, il colosso mondiale dell'informazione finanziaria.
A difendere il primato di uomo più ricco del mondo e a svettare tra chi ha fatto il pieno grazie al voto c'è ovviamente Elon Musk, proprietario di Tesla, SpaceX e X e grande sostenitore di Trump, tanto che guiderà la commissione per le spese del governo. Dall'Election Day, il patrimonio del «super genio» - come lo ha definito il vincitore Trump - è cresciuto di 26,5 miliardi di dollari grazie al boom delle azioni Tesla, dopo che il titolo ha registrato un balzo di quasi il 15%. Musk può contare ora su una ricchezza stimata in 290 miliardi di dollari netti.
Una settimana dopo la decisione di non schierare il Washington Post, il quotidiano di cui è proprietario, anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è più ricco di 7,1 miliardi, che si aggiungono al suo patrimonio di 230 miliardi di dollari. Il co-fondatore di Oracle, Larry Ellison, altro sostenitore del candidato repubblicano, ha visto il suo patrimonio netto crescere di 5,5 miliardi. Tra i super ricchi i cui patrimoni sono lievitati, figurano anche i co-fondatori di Microsoft, Bill Gates e Steve Ballmer, quelli di Google Larry Page e Sergey Brin e la leggenda di Wall Street, il presidente di Berkshire Hathaway Warren Buffett. Pure la società tecnologica del tycoon, Trump Media & Technology Group, a un certo punto mercoledì stava guadagnando oltre il 35%. Merito di un esito elettorale chiaro, dello spettro di contestazioni che si è dissolto e della deregolarizzazione e degli altri provvedimenti che The Donald vuole introdurre a favore delle imprese, prospettiva che per gli investitori gioverà al mercato azionario.
L'unico membro del gotha dei facoltosi a perdere denaro mercoledì è stato il magnate francese dei beni di lusso Bernard Arnault, la cui fortuna è diminuita di quasi 3 miliardi di dollari.
Scesa, anche se di appena 81 milioni, la ricchezza di Mark Zuckerberg, che Trump ha minacciato ad agosto di «carcere a vita» per un presunto complotto contro di lui durante le elezioni del 2020. Ora la fortuna del re di Facebook è a quota 202 miliardi. E la benedizione del 47esimo presidente degli Stati Uniti è tutta per Mister Tesla.
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