Milano - Maryan Ismail, antroploga italo-somala, ex Pd, è reduce dal congresso del Partito socialista marocchino, iniziato con un minuto di silenzio per le vittime del terrorismo jihadista. Due giorni fa sarebbe stato il compleanno di suo fratello, Yusuf Mohamed, ambasciatore somalo all'Onu, ucciso in un attentato jihadista.
Un simbolo suo fratello.
«Più che mai in questo momento. Ma non appartiene solo alla mia famiglia. Il simbolo di un islam giusto, africano, che non vuole assoggettarsi alle scelte di un integralismo che si è installato in Africa».
Il suo Paese come sta?
«È ancora instabile. A breve dovrebbero esserci le presidenziali ma è tutto sotto le bombe».
In Turchia cosa succede?
«Una forzatura del golpe c'è, sembra recitato. Ma è emblematico. La Turchia ha preso una via politica dell'islam politico. Anche gli oppositori. Il vecchio baluardo di un popolo laico, dove costituzione e religione sono separate, farà molto fatica. Erdogan si è appellato al popolo. Quale popolo è uscito? Un popolo di soli uomini violenti, bellicosi».
Mobilitato dai muezzin?
«Non è ideologico perché lo ha chiamato il muezzin ma per quello che si è visto, i militari decapitati, significa che c'è la legge del taglione. Non lo stato di diritto».
La mobilitazione di masse islamiche radicali fa paura? C'è il rischio contagio?
«Si è palesata la parte politica con tutti i suoi simboli. In Egitto c'erano donne e uomini. C'erano fazzoletti femminili e capelli femminili al vento».
La strage di Nizza con quel camion come l'ha vissuta?
«Ho rivisto il film di Mogadiscio, le autobomba, lo stesso sgomento. E un risultato simile: macchine su famiglie inermi. È un salto di qualità da non sottovalutare».
Una tecnica terroristica già usata a Gerusalemme.
«E in Iraq, in Somalia, in Nigeria. Un mezzo solo e un uomo spaventa milioni di persone».
Molti vedono un'Europa sotto assedio come Israele.
«L'Europa è territorio di guerra. Una guerra mondiale costruita a pezzi. Non c'è trincea. Ogni luogo una trincea».
La condanna dei musulmana per il terrorismo c'è. Ma per qualcuno non basta.
«Sono morti anche musulmani, anche connazionali di questo terrorista, musulmani muoiono tutti i giorni, in Somalia un milione in 15 anni, muoiono in silenzio. Se l'occidente chiedesse di condannare ma desse una mano a chi è impegnato quotidianamente, e desse voce a chi vive in modo pacifico la sua vita, questo sarebbe lo smacco più grosso per il terrorismo».
La condanna non è di massa e a qualcuno pare rituale.
«Io do la mia risposta di cittadina. Fu una donna sola, Rosa Parks, a dire mi siedo su quella sedia. Perché l'imam francese dimissionario non viene sostenuto e non c'è un'indignazione popolare, per tenerlo al suo posto? Quei gesti siano valorizzati».
Ama la parola moderata?
«No mai piaciuta, come laica. Io sono musulmana, progressista. Una cittadina musulmano, ecco».
Lei il suo gesto lo ha fatto lasciando il Pd.
«Certo, mi sono ribellata da cittadina e militante. Dopo aver spiegato e messo a verbale le mie perplessità. A settembre al Giornale dissi queste cose e mi si negò il confronto. Anzi mi volevano sbattere fuori, è qualcosa di preoccupante».
Gli stessi che hanno scelto quello che lei chiama l'islam oscurantista e non tollerano i cattolici nel Pd.
«Sì, hanno scelto l'islam ideologico e poi un cattolico come Massimo Ferlini è stato escluso dalla lista Sala».
Renzi le ha risposto?
«No nessuno, neanche Sala o la sua vice che sta gestendo il percorso per la moschea».
Lasciando prima cambiava l'esito del ballottaggio?
«Certo, ma io sono leale con i miei compagni. Tutti sanno che me ne sarei andata comunque, a meno che gli altri non si fossero dissociati dai Fratelli musulmani».
Hanno smentito di aderire.
«Ma Erdogan cos'è? E Morsi? Tutto parla di loro. Comunque io sono di sinistra e morirò con le mie idee».
Si sente in pericolo, ha
paura personalmente?«Sì, lo sono e non posso nascondermelo. Ci sono stati avvertimenti, c'è un'indagine secretata. Io spero che in Italia il diritto di avere le mie posizioni non possano riuscire a togliermelo».
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