Il clima attorno al fortino oramai diroccato del governo Giuseppi II si fa sempre più incandescente: a riaccendere nuovamente le polemiche sono in queste ultime ore le parole pronunciate dall'oramai ex ministro Teresa Bellanova, che non le ha certo mandate a dire al premier. Conte, ora accusato di essere un arrogante, pare fosse stato infatti contattato dalla collega di Italia Viva anche via messaggio, senza occuparsi mai tuttavia di fornire una benché minima risposta allo stesso.
Il dimissionario ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, un ruolo ora ricoperto ad interim dal tuttofare sedicente avvocato del popolo, ha spiegato infatti quanto accaduto durante un'intervista concessa a Tagadà, trasmissione in onda sulle frequenze di La7. Che cosa aveva chiesto, infatti, Italia Viva al premier per provocare una chiusura così netta?
"Noi stiamo semplicemente dicendo quello che abbiamo già detto in questi giorni e che abbiamo scritto nella lettera. E che abbiamo detto anche prima di arrivare alle dimissioni", spiega in collegamento Bellanova alla conduttrice Tiziana Panella. "Il presidente Conte è stato informato da me in Consiglio dei ministri, è stato informato in riunione di maggioranza, ha ricevuto pure un mio messaggio e non ha mai risposto. L'arroganza non è mai una buona pratica nella politica come nel resto della vita". Una rivelazione, quest'ultima, su cui la conduttrice chiede ulteriori delucidazioni all'ex ministro. "Cioè lei aveva mandato un messaggio a Conte e Conte non le ha mai risposto?". "Assolutamente vero", replica la renziana, anche se resterebbe da stabilire cosa fosse stato richiesto in quelle righe all'uomo dei Dpcm notturni. "Si, ma chiedendogli che cosa? Se lei gli chiedeva 'dimettiti'...", incalza ancora la Panella.
"No, chiedendo il confronto. Chiedendo di riaprire quel tavolo politico sul programma di governo che era stato bloccato. Chiedendo di discutere sulle cose da fare", ribatte Bellanova. "Se un Consiglio dei ministri discute per quattro ore, dalle nove di sera fino all'una di notte, se le scuole devono riaprire il 7 di gennaio o l'11 di gennaio, lo capisce chiunque che ha esaurito una fase della sua vita", affonda ancora l'ex ministro.
"O hai la volontà di ridarti un programma e di rilanciare l'azione di governo o altrimenti ti trascini.
E quello che io temo non è se noi stiamo al governo oppure all'opposizione", conclude Bellanova."Noi diamo sempre tutta la disponibilità, come abbiamo sempre fatto, per misurarci sulle concrete cose da fare".
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