I 5s si schierano con il premier. Parte l'offensiva contro i ribelli

È arrivata la contraerea di Conte. Così se Matteo Renzi minaccia un giorno sì e l'altro pure di mandare a gambe all'aria il governo, allora gli risponde Alfonso Bonafede.

I 5s si schierano con il premier. Parte l'offensiva contro i ribelli

È arrivata la contraerea di Conte. Così se Matteo Renzi minaccia un giorno sì e l'altro pure di mandare a gambe all'aria il governo, allora gli risponde Alfonso Bonafede. La reazione, abbastanza scomposta, del Guardasigilli e capo delegazione del M5s in Consiglio dei Ministri è provocata da un'intervista di Renzi al quotidiano spagnolo El Pais. Il leader di Iv ribadisce il concetto: «Se Conte vuole i pieni poteri, ritireremo il sostegno al governo». Il grillino perde la brocca: «È irresponsabile attaccare il governo di cui si fa parte, per di più da un quotidiano estero, minacciando addirittura una crisi mentre il Consiglio Ue è ancora in corso e l'Italia sta facendo valere le proprie ragioni». La replica di Bonafede è particolarmente virulenta. Anche per scacciare i sospetti di un M5s pronto a tramare contro il premier su mandato di Luigi Di Maio. «Questo vuol dire indebolire deliberatamente l'Italia a livello internazionale - rimarca il ministro della Giustizia - non solo non è accettabile ma è irrispettoso nei confronti di tutti gli italiani».

Intanto nel Palazzo si susseguono le voci di un esodo dal M5s. Gli indiziati sono i firmatari della lettera contro il Mes della scorsa settimana. Alcuni come Alvise Maniero e Raphael Raduzzi, deputati filo-sovranisti, potrebbero traslocare nella Lega o in Fdi. I diretti interessati, contattati dall'Adnkronos, smentiscono. Però non è escluso che potrebbero essere accompagnati alla porta dai vertici. I dodici parlamentari che hanno votato contro la riforma del Mes sono a rischio-sanzioni disciplinari. In campo anche l'ipotesi dell'espulsione, soprattutto per i recidivi che hanno votato più volte in dissenso dal gruppo. Infatti arriva la strigliata. Per i vertici, i dissidenti, «hanno oltrepassato il limite per minare e cercare di sabotare il partito».

E nel Movimento continua il percorso che porterà all'elezione del vertice collegiale che sarà alla guida dei Cinque Stelle. Si profila la costituzione di una segreteria politica ristretta (sette o cinque persone), dove troverebbero rappresentanza tutte le correnti. Possibile che alla fine sia Di Maio sia Alessandro Di Battista indichino delle persone di fiducia, senza entrare direttamente nel direttorio. Organo collegiale che ha avuto l'approvazione del 73% dei votanti sulla piattaforma Rousseau. Ieri infatti sono stati votati i 23 quesiti sulle conclusioni del documento di sintesi degli Stati Generali.

Approvati con il 71% anche gli accordi con gli altri partiti. Via libera con l'87% al contratto di servizio per regolare i rapporti del M5s con Davide Casaleggio. Colpisce la bassa partecipazione. In media, ha votato per ogni quesito poco più del 10% degli aventi diritto.

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