Berlino - Annunciata poche ore prima dal presidente Recep Tayyip Erdogan, la vendetta è arrivata puntuale. Lunedì la polizia turca ha condotto perquisizioni in undici province del Paese, arrestando 235 persone legate all'Hdp, il partito progressista filo curdo. Nelle stesse ore l'aviazione ha bombardato almeno dodici postazioni del Pkk nel nord dell'Iraq. Così il governo di Ankara ha reagito al doppio attentato di sabato sera allostadio del Besikstas a Istanbul: l'atto terroristico è costato la vita a 44 persone, fra le quali 36 poliziotti, mentre i feriti sono oltre 150. La strage è stata rivendicata dal Falchi per la libertà del Kurdistan (Tak), costola scissionista del Pkk.
Erdogan e il suo governo non fanno però distinzioni fra le due formazioni terroristiche, riconosciute come tali da tutto l'Occidente, e l'Hdp, il terzo partito in Turchia per numero di parlamentari e il più forte nel sud-est a maggioranza curda. Secondo il governo turco il Pkk, il Tak o l'Hdp sono le declinazioni rispettivamente anatolica, urbana e parlamentare dello stesso fenomeno: il terrorismo irredentista curdo. A nulla è valsa la condanna dell'attentato di Istanbul da parte di quello che resta della dirigenza dell'Hdp: i 235 arrestati raggiungeranno in carcere Selahattin Demirtas, parlamentare e co-leader del partito, ricevuto a fine settembre a Bruxelles dal commissario Ue per le Politiche regionali Johannes Hahn. Per tutti i fermati vale la stessa accusa: apologia di terrorismo o complicità con i terroristi del Pkk. Già privato dell'immunità parlamentare, Demirtas è stato arrestato lo scorso 4 novembre assieme ad altri otto deputati dell'Hdp che come lui si sono rifiutati di testimoniare contro altri imputati per apologia di terrorismo.
«Ieri il ministro degli Interni turco Süleiman Soylu ha annunciato che la Repubblica si sarebbe vendicata dei suoi morti. Meno di 24 ore dopo recita una nota diffusa dall'Hdp è scattata una massiccia aggressione contro il nostro partito, il che darà vita a una ulteriore polarizzazione sociale e politica. La nostra sede di Istanbul è stata devastata e sui muri abbiamo trovato scritte del tenore siamo venuti, non c'eravate, torneremo». Lunedì il deputato pro-curdo Ayhan Bilgen ha reso noto che sabato scorso Demirtas è stato vittima di uno spasmo coronarico in cella ma che le necessarie cure mediche gli sarebbero state negate.
Dalla Germania,
Paese che ospita oltre un milione di curdi, è partito l'appello della Kurdische Gemeinde Deutschland - la prima delle organizzazioni curde - affinché il governo turco metta fine «alla politica delle punizioni collettive».
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