I dem imbarcano i grillini: tre ex M5s nelle liste

In arrivo il ministro D'Incà, l'ex capogruppo Crippa e la Carbonaro. Smentita l'ipotesi Fico

I dem imbarcano i grillini: tre ex M5s nelle liste

Giuseppe Conte ed il contismo, almeno al prossimo giro elettorale, saranno messi da parte ma i post grillini che vorranno aderire al Pd verranno imbarcati volentieri: questa è la linea del segretario Enrico Letta in materia di rapporti con il Movimento 5 stelle. Il ministro Federico D'Incà, l'ex capogruppo alla Camera Davide Crippa e la deputata Alessandra Carbonaro: i tre fuoriusciti sono in lizza per una candidatura nelle liste dem. Se il Nazareno non smentisce i contatti, i parlamentari del Pd glissano o quasi: «Le scelte delle candidature - dice al Giornale l'ex ministro Valeria Fedeli - dipendono dagli accordi che le varie liste scelgono di fare e di proporre al Pd. Letta e il gruppo dirigente decidono». Il che, comunque, non suona affatto come una chiusura. Il senatore Tommaso Cerno non è entusiasta: «Giornata storica. Dopo 10 anni Federico D'Incà e Maurizio Crippa scoprono che non gli piace il M5s. Non credo c'entri il fatto che hanno due mandati. Deve essere una coincidenza», ha scritto ironizzando via Twitter. Come spesso è capitato in questi mesi, tra i dem emergono i distinguo: c'è chi vuole salvare il salvabile dell'ormai estinto «campo largo» e chi preferirebbe altre interlocuzioni politiche.

Uniformi, invece, risultano i toni utilizzati dagli ambienti pentastellati che condannano la direzione intrapresa dal trio: «La loro linea era minoritaria, in quanto inficiata da considerazioni opportunistiche, e non ha prevalso. Ma ora poco conta: dato il mantenimento del limite del doppio mandato, tutto lascia pensare che se ne sarebbero andati comunque», tuona la senatrice Alessandra Maiorino. Oggi, per via della conferenza che i fuoriusciti hanno convocato, si capirà qualcosa di più: D'Incà, Crippa e la Carbonaro potrebbero essere candidati in quota «indipendenti», come si usava fare a sinistra nella Prima Repubblica. Un discorso diverso riguarda il possibile salto del presidente della Camera: «Roberto Fico con il Pd? Si leggono oggi ricostruzioni del tutto inventate, senza alcun ancoraggio alla realtà. False, dunque. Nessun contatto, nessun corteggiamento, nessun coinvolgimento», hanno fatto sapere dal Nazareno.

Nel Movimento faticano a credere che uno dei «grillini delle origini» possa davvero abbandonare la nave, che peraltro è alla deriva, ma da qui alla presentazione delle liste il quadro potrà magari cambiare più volte. Considerato il caso di Luigi Di Maio, poi, Fico non sarebbe il primo membro del nucleo originario a salutare la creatura di Beppe Grillo. «Non ci crediamo - ci fa presente un parlamentare del M5s -. Fico era con noi quando facevamo le battaglie per l'acqua pubblica».

D'Incà, che continua a guidare il dicastero per i Rapporti con il Parlamento, aveva dato prova di poter fare da tramite con i dem già dai tempi del Conte bis. La parlamentare Alessandra Carbonaro, stando a quanto ci raccontano dallo stesso Movimento, ha sempre avuto, per ragioni territoriali e culturali, un orientamento di sinistra. Il passaggio che stupisce i più è quello di Davide Crippa: «Sì, convocava le assemblee senza informare Conte - raccontano sempre ambienti grillini - ma non ci saremmo aspettati che finisse con il Pd.

Speriamo che il tutto alla fine si declini nella presentazione di una sigla associativa». Il segnale che arriva dal Nazareno è chiaro: non esiste un veto nei confronti degli ex contiani di ferro disposti a fare mea culpa. Chissà che l'elenco non possa allungarsi da qui alla presentazione delle liste.

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