I dribbling sul calcio femminile in tv. E quello strano filo rosso sull'appalto

Il ruolo chiave di Prandi, consulente Cgil dopo l'addio di Gibelli, nella gara. Il bando vinto dai francesi di Emg per trasmettere le partite della serie A

Nazionale di calcio femminile nel test match contro la Colombia (Figc)
Nazionale di calcio femminile nel test match contro la Colombia (Figc)
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Una partita alla settimana sulla Rai, in chiaro, comprata dall'emittente pubblica più per dovere che per convinzione: a tanto si ridurrà quest'anno per gli spettatori italiani la serie A di calcio femminile, campionato diventato professionistico per decreto ma che stenta a farsi largo nell'attenzione dei media. Abbandonata da La7, rifiutata da Dazn e da Sky, la copertura tv della A femminile per quest'anno è ai minimi termini. Le promesse di grandeur mediatica della federazione si sono infrante con i risultati di una gara andata deserta e di un appalto per la produzione (ovvero le riprese dei match) che ora sta facendo discutere.

Tutto legale, anche perché su questo versante la Figc si muove come una azienda privata. Resta il fatto che a conquistare l'appalto sono personaggi che fino a pochi anni fa lavoravano insieme agli uomini che in Figc hanno assegnato l'appalto stesso. Il giro è sempre quello: Infront, la società fondata da Marco Bogarelli e finita sotto inchiesta della Procura di Milano nel 2017 per la gestione dei diritti tv del calcio di serie A: quello dei maschi, quello che muove i miliardi. L'inchiesta venne archiviata, poco dopo Bogarelli morì, i suoi collaboratori sono rimasti quasi tutti nel giro. E anche se di miliardi il calcio in rosa non vede neppure l'ombra, hanno concentrato le loro attenzioni su di esso.

Il problema è che mezzo milione di euro, risultato del sovradimensionamento dei costi nelle manovre intorno all'appalto, ha rischiato di finire senza motivo nelle tasche della società francese dove lavorano gli ex Infront: malloppo modesto, ma che alla fine avrebbe pesato sui bilanci già malmessi delle società. L'appalto per la produzione è stato assegnato mercoledì scorso, a tre giorni dalla partenza del campionato. In teoria, i soldi per pagare la produzione dovevano venire dalla cessione dei diritti tv, e l'appalto era stato lanciato dalla Federcalcio con un importo base di 1,3 milioni, da una previsione più che ottimistica delle entrate destinate a venire dalla cessione dei diritti: 1,750 milioni (tra gli esperti del settore, il valore commerciale dei diritti della A femminile viene stimato tra i 300mila e i 400mila euro). Alla gara erano state invitate quattro società, due sono state escluse per mancanza dei requisiti, in campo sono rimaste la stessa Infront e la francese Emg, anch'essa piena di ex Infront, a partire dall'amministratore Claudio Cavallotti e dal direttore finanziario Giordano Ripamonti. Infront si sfila garbatamente, Emg rimane da sola e si prepara a ottenere l'appalto. Come interlocutore in Figc i due di Emg hanno d'altronde uno che conoscono bene, il direttore marketing della federazione Giovanni Valentini, anche lui cresciuto in Infront alla scuola di Bogarelli. Come consulente Valentini ha Giuseppe Ciocchetti, che di Bogarelli era il braccio destro e venne indagato e prosciolto con lui. Del team Figc fa parte anche Gianni Prandi, ex fornitore e amico di Bogarelli, ma oggi assai legato alla Cgil di Maurizio Landini di cui è diventato consulente della comunicazione dopo il licenziamento in tronco del portavoce storico Massimo Gibelli (un ruolo «sindacale» che non ha impedito a Prandi di firmare un contratto di consulenza da 4,2 milioni con Ita proprio mentre la nuova Alitalia lasciava a casa centinaia di lavoratori).

Insomma: sul fronte della produzione tv del calcio femminile, gli uomini Infront danno l'appalto a altri uomini Infront, con robusto sovrapprezzo sul valore reale. A rompere le uova nel paniere arriva una società che fino all'anno scorso aveva l'appalto per la produzione ma che era stata esclusa dalla gara per quest'anno. L'azienda presenta ugualmente un'offerta assai più economica e la manda oltre che alla Figc a tutte le società di A. A quel punto diventa chiaro a tutti che il costo dell'appalto è sovradimensionato, Emg è costretta a rivedere precipitosamente la sua offerta, abbassandola appena sotto quella arrivata fuori gara. L'altro ieri, a una manciata di ore dall'inizio del campionato, l'appalto viene assegnato ai francesi. Ma chi trasmetterà quelle partite ancora non si sa: la gara per cedere i diritti pay, l'anno scorso assegnata a Tim, è andata finora deserta. Si rifarà il 31 ottobre, a campionato già iniziato da un pezzo.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In relazione all’articolo “I dribbling sul calcio femminile in tv. E quello strano filo rosso sull’appalto” pubblicato in data 17 settembre 2023, la Emg Italy Spa, società aggiudicatrice della produzione della serie A del calcio femminile, intende precisare quanto segue: 1) la società Emg Italy Spa ha partecipato alla procedura di confronto concorrenziale avviata dalla Figc per affidare i servizi di produzione tv per la stagione sportiva 2023/2024 attraverso il portale telematico nel rispetto di tutti i requisiti richiesti; 2) è assolutamente falso che «Emg è (stata) costretta a rivedere precipitosamente la sua offerta, abbassandola appena sotto quella arrivata fuori gara». Emg ha, infatti, caricato sul portale telematico una sola ed unica offerta, inviata a Figc nel rispetto di tutti i requisiti richiesti.
Pierpaola Gambarota - Responsabile affari legali e societari Emg Italy Spa.

In relazione all’articolo «I dribbling sul calcio femminile in tv. E quello strano filo rosso sull’appalto» pubblicato in data 17 settembre, la società Infront Italy S.p.A. precisa di non avere partecipato alla recente gara indetta dalla Figc per l’assegnazione dell’incarico di produzione della Serie A di calcio femminile e che le vicende riportate in tale articolo le sono assolutamente estranee. I professionisti menzionati nell’articolo non hanno attualmente alcun incarico o collaborazione con il gruppo Infront e l’attribuzione a tali professionisti della qualifica di «uomini Infront» impiegata nei passaggi dell’articolo è incorretta e immotivata. Il Gruppo Infront smentisce nettamente il contenuto e il tono dell’articolo e qualsiasi attribuzione dei fatti ivi riportati alla sua attività aziendale.
Infront Italy SpA.



La Figc, organizzatrice del campionato di Serie A femminile per il tramite della divisione Serie A professionistica, precisa quanto segue: 1) in ossequio ai principi di massima trasparenza e concorrenza, ha avviato una procedura di confronto concorrenziale inserendo standard tecnici più elevati rispetto al passato, al fine di garantire un miglioramento qualitativo del prodotto televisivo; 2) la procedura si è svolta attraverso portale telematico e si è conclusa regolarmente; 3) all’esito della procedura, è risultata assegnataria la società Emg con un’offerta rispondente ai criteri richiesti e vantaggiosa dal punto di vista economico; 4) è falso e non corrisponde al vero che la società Emg ha modificato l’offerta dopo la comunicazione di altra azienda concorrente ricevuta fuori gara; 5) è falso e non corrisponde al vero che l’importo di assegnazione è superiore a quello dello scorso anno; 6) Gianni Prandi, benché consulente per la Figc su altri progetti, non ha avuto alcun ruolo nella procedura in questione, e Giuseppe Ciocchetti non ha alcuna funzione o contratto di consulenza in essere con la Figc.

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