I fari dell'Onu puntati su Zaporizhzhia. I ministri del G7: «Torni ai proprietari»

Oggi la situazione dell'impianto sul tavolo delle Nazioni Unite Mosca vorrebbe orientare la produzione verso la Crimea

I fari dell'Onu puntati su Zaporizhzhia. I ministri del G7: «Torni ai proprietari»

Da marzo sotto il controllo russo e pericolosamente sotto attacco, con Kiev e Mosca che si accusano a vicenda di bombardare Zaporizhzhia, tanto da preoccupare la comunità internazionale e i ministri degli Esteri del G7 che chiedono alla Russia di restituire all'Ucraina la centrale nucleare più grande d'Europa, perché il «controllo russo sull'impianto mette in pericolo la regione». Interviene persino l'Onu, che oggi terrà a New York una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza per affrontare la situazione che si fa ogni giorno più delicata.

La riunione è stata sollecita dai russi, che considerano Kiev responsabile dei raid sulla centrale. Sarebbe l'Ucraina a creare «ostacoli e difficoltà artificiali» ad una potenziale missione presso la struttura dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che ha chiesto di fermare tutte le azioni militari che mettono a rischio la sicurezza nucleare. Mosca vuole che il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, informi il Consiglio di Sicurezza dell'Onu dei «recenti attacchi delle forze armate ucraine alla centrale nucleare di Zaporizhia e delle loro potenziali conseguenze catastrofiche». Un'emergenza che oggi sarà appunto sul tavolo dei delegati delle Nazioni Unite.

In una nota, intanto, i ministri degli Esteri del G7 di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America, e l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea, si sono detti «profondamente preoccupati per la grave minaccia che il sequestro degli impianti nucleari ucraini e altre azioni da parte delle forze armate russe rappresentano per la sicurezza e l'incolumità di tali impianti, aumentando significativamente il rischio di un incidente o incidente nucleare e mettendo in pericolo la popolazione dell'Ucraina, Stati e la comunità internazionale». I ministri del G7 spingono affinché Zaporhizhzhia torni in mano di Kiev e affinché lo staff ucraino che ancora opera nella centrale sia nelle condizioni di lavorare «senza minacce o pressioni».

Da Kiev, intanto, arrivano le accuse dell'operatore ucraino Energoatom, secondo il quale i russi che occupano la centrale si starebbero preparando a collegarla alla Crimea, annessa da Mosca nel 2014. Come? Danneggiandola e riorientando la sua produzione di elettricità. Il presidente di Energoatom, Petro Kotin, ha spiegato alla tv ucraina che i militari russi dentro l'impianto stanno attuando il programma dell'operatore russo Rosatom: per collegare la centrale alla rete elettrica della Crimea è necessario prima danneggiare le linee elettriche dell'impianto collegato al sistema energetico ucraino, come avrebbero già fatto con tre linee. Al momento l'impianto starebbe funzionando con una sola linea di produzione. «Un modo di lavorare estremamente pericoloso», dice, perché «quando l'ultima linea di produzione viene disconnessa, l'impianto sarà alimentato da generatori a gasolio».

Tutto dipenderà quindi dall'affidabilità dei generatori e dalle scorte di carburante. Per Kotin «il processo di interruzione di alimentazione dell'impianto in preparazione al collegamento con la Russia sarebbe estremamente pericoloso».

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