Da domani passano alla fascia arancione Lombardia, Piemonte e Calabria. E tornano gialle Liguria e Sicilia per effetto della nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, in vigore al fino al 3 dicembre. Il giorno dopo entrerà in vigore il nuovo dpcm. Restano confermati invece i colori, e dunque le misure restrittive per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Toscana e Valle D'Aosta. Quest'ultima, col presidente Erik Lavevaz attacca: «Ieri abbiamo ricoverato un cittadino biellese perché tante rianimazioni erano sature. Oggi deduciamo che rimarremo zona rossa non sappiamo perché».
L'Alto Adige che si era auto collocato in zona rossa, riapre gradualmente dal 4 dicembre. Ma mentre i governatori chiedono di trovare un «punto di equilibrio» per salvare la stagione dello sci, arriva lo stop del presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «La situazione epidemiologica non permette l'inizio del turismo invernale. Non voglio parlare di date, nelle prossime settimane non ci sarà il turismo invernale. Non ci sono le condizioni per la ripresa del turismo, che sarà comunque anche una scelta a livello nazionale ed europeo».
Luca Zaia chiede «ristori subito», se davvero il governo non accenderà gli impianti di risalita. E nel suo Veneto ha firmato un'ordinanza che riapre i negozi di medie e grandi dimensioni di sabato, ma non i centri commerciali, e in ogni caso «tutti con un limite di capienza, abbiamo stabilito la presenza di un cliente ogni 20 metri quadrati». Ma chiede una maggiore condivisione sul prossimo dpcm, che «sia scritto insieme alle Regioni. Deve esserci una leale collaborazione».
La Lombardia che esce dalla zona rossa è per Attilio Fontana merito del «comportamento serio dei lombardi tenuto in queste settimane. Credo che sia una notizia positiva che viene dietro la valutazione dei numeri che sono sempre in questi ultimi giorni positivi e continuano ad esserlo, però non bisogna abbassare la guardia. Bisogna assolutamente tenere conto che siamo in una situazione in cui il virus c'è ed è ancora pericoloso».
Attacca Roma, invece, il presidente della Campania Vincenzo De Luca: «Si sta ragionando sulle zone, contro zone, sotto zone: la mia opinione è che questa è una grande buffonata. Ci sono ragioni obiettive che fanno decidere per il colore delle Regioni, ma ci sono anche ragioni che portano a decidere in base a motivi di politica politicante dove la sanità non c'entra niente. In Campania parlare di zona rossa fa indignare. Al di là dei negozi di abbigliamento per adulti e poco altro è tutto aperto e i controlli, salvo forse i primi due giorni, sono pari a zero. Evitiamo di prenderci in giro, siamo nelle mani del padreterno e della Regione. Il resto è una valanga di chiacchiere, fumo, ipocrisia e finzioni».
La Toscana, dalla fascia rossa, assicura il presidente Eugenio Giani, tornerà in arancione dal 4 dicembre e «se i fati saranno buoni» si farà gialla alla metà mese: «Dobbiamo rispettare le procedure di legge per rientrare quanto meno nella zona arancione. Finirà questo periodo domani, il ministro Speranza mi ha detto che non possiamo anticipare. Quindi farà un provvedimento che porterà fino alla prima riunione del comitato tecnico scientifico, fissata per il 3 dicembre».
Verso la zona gialla anche l'Emilia Romagna, con il governatore Bonaccini che allenta le restrizioni più severe imposte a livello locale, riaprendo i negozi la
domenica, ma non i centri commerciali: «Non saranno quattro o cinque giorni a fare la differenza. La cosa positiva è che si parli di tornare in zona gialla così presto e che l'indice Rt sia passato da 1,6 a poco più dell'1».
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