"Con i profughi in hotel guadagnavo 45 mila euro al mese, li rivoglio"

Un albergatore di Riminese si dice pentito di aver lasciati andare in altre strutture: "Meglio loro dei turisti"

"Con i profughi in hotel guadagnavo 45 mila euro al mese, li rivoglio"

«Rivoglio i miei profughi». Giancarlo ‘Caco’ Pari, gestore dell'hotel Gelso di Igea Marina, nel riminese, intervistato dal Resto del Carlino, si lamenta degli scarsi incassi per mancanza di immigrati.

"La sala da pranzo dell’albergo è semideserta in pieno orario di servizio, ci sono pochissimi turisti", spiega Pari accusando i giovani del luogo di essere troppo ubriachi e di fare "troppo chiasso di notte per certi locali sulla spiaggia". Mentre per alcuni suoi colleghi gli affari vanno bene, lui rimpiange "sicuramente" i rifugiati che gli hanno riempito l'albergo "fino all'inizio di giugno". Pari spiega che dall'inizio dell'inverno fino alla primavera inoltrata "ospitando i profughi, e ne ho avuti fino a 42, incassavo più o meno 1.500 euro al giorno". "Arrivavo anche a 45mila euro al mese", dice l'albergatore che aveva instaurato un buon rapporto con i migranti. "Stavano bene loro, con molti - racconta -sono anche diventato amico, e andava bene a me, visto che con il turismo quest’anno e da queste parti butta decisamente male". Per lo più erano africani "giunti in Italia dopo traversate rocambolesche e drammatiche su barconi stipati all’inverosimile. Poveretti", dice l'albergatore precisando che era "tutta gente per bene, bravissimi ragazzi tra i 20 e i 25 anni alcuni dei quali mi vengono a trovare in bicicletta". "Per me -prosegue - sono stati come dei figli. Mi aiutavano a fare lavoretti, e non chiedevano niente in cambio. Hanno restituito due cellulari trovati in spiaggia. Mi chiedo quanti di noi italiani avrebbero fatto altrettanto".

Con i soldi ricevuti dal Ministero degli Interni "ci si pagavano tutta la marea di bollette di acqua, luce e gas, nonché fornitori e dipendenti" e si svolgeva "anche una sorta di servizio sociale" perciò Pari si dice pentito di averli fatti trasferire e assicura che "a partire dal mese di ottobre, se le autorità saranno d’accordo l’hotel Gelso tornerà a disposizione per accogliere i ragazzi africani. Rivoglio i miei profughi, altro che turisti!".

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