Il 12 Giugno, all’indomani la morte del giovane Duccio Dini, investito da un auto guidata da un rom durante un inseguimento fra famiglie rivali, il Governatore della Toscana Enrico Rossi rilascia delle dichiarazioni inequivocabili – “i campi rom devono essere smantellati con soluzioni abitative alternative”, sulla stessa linea il Sindaco di Firenze Dario Nardella, che rilancia specificando i tempi necessari allo smantellamento del campo – “sarà completato in 18 mesi, invece che in quattro anni" – chiudendo il suo video-messaggio con un’altra dichiarazione - “Per le famiglie che vi risiedono saranno individuate soluzioni abitative alternative, senza alcun privilegio, senza ricorrere a case popolari, né a misure ad hoc”
Ed è proprio su quest’ultima frase che si accendono i riflettori. Il Sindaco di Cascina Susanna Ceccardi, tramite un video-messaggio, porta alla luce una vecchia legge regionale della Toscana redatta a favore delle popolazioni nomadi. La norma in questione, pubblicata in sul Bollettino Ufficiale il 21 gennaio 2000, ha come finalità la “salvaguardia dell’identità e lo sviluppo culturale e l’identità dei rom e dei sinti”.
“Prevedere una specifica legge regionale sulla popolazione rom e sinti, mi pare una legge molto razzista” – ironizza il sindaco leghista sottolineando alcuni passaggi dell’articolato, identificando quelle che a suo parere risultano essere discriminazioni razziali nei confronti degli italiani.
All’interno della legge si prevede, ad esempio, - “il sostegno per la messa a norma e/o la manutenzione straordinaria di strutture abitative autonomamente reperite o realizzate da rom e sinti” – esplicitando che - “le aree attrezzate per la residenza, in ragione delle famiglie destinatarie, del loro stile di vita, delle risorse disponibili, del contesto urbano, possono essere composte da strutture abitative integrate in uno spazio comune o da attrezzature fisse di servizio a roulotte, case mobili o strutture prefabbricate” - cosa che secondo il sindaco Ceccardi - “vuol dire una particolare concezione edilizia per andare incontro alla cultura rom e sinti”.
“Ma la legge” – prosegue il primo cittadino – “non riguarda soltanto quelli che già risiedono ma anche quelli che intendono stabilirsi” - diventando - “un vero attrattore anche per quelli che stanno da qualche altra parte del mondo”.
Un altro punto di contenzioso viene sollevato in merito alla questione abitativa - “Le aree attrezzate per la residenza possono essere ricomprese nei piani per l’edilizia economica popolare, in tal caso i finanziamenti previsti dalla presente legge possono essere ricompresi nel piano finanziario del programma di edilizia economica popolare convenzionata o sovvenzionata” – “Cosa significa?” - si domanda retoricamente Ceccardi – “che tolgono i soldi alla case popolari per darle all’edilizia dei rom!”
L’ultimo attacco si spende invece sulle “iniziative metodologicamente adeguate all’utenza rom e sinti per favorire il loro inserimento nelle attività di orientamento al lavoro, formazione professionale e di aiuto all’occupazione” - inaccettabile per il sindaco cascinese che replica - “con tutti i disoccupati che abbiamo in Italia e in toscana, si prevedono specificazioni all’inserimento dei Rom e dei sinti” - “ditemi voi se non c’è qualche discriminazione razziale”.
“Credo che il tempo delle parole sia finito” – dice chiudendo Ceccardi, probabilmente pensando anche ai risultati elettorali dell'ultimo turno amministrativo, che hanno visto la Lega e il
centrodestra primeggiare in diversi territori.Vedremo dopo il ballottaggio di domenica 24 giugno, che interessa fra l’altro tre capoluoghi toscani (Massa, Pisa e Siena), se i cittadini sposeranno o meno la linea leghista.
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