Ripartono i tamponi, come sempre dopo il rallentamento del fine settimana, e la salita dei nuovi contagi riprende la sua corsa. Quelli di ieri sono 2.677, a fronte di quasi centomila test nelle ultime 24 ore (+40mila). Gli italiani attualmente positivi sono 60.134, con un aumento di 1.231 rispetto al giorno precedente. Il livello più alto dal 21 maggio.
Sono i dati dell'ultimo bollettino del ministero della Salute. La situazione non è ancora fuori controllo, ma senza invertire la rotta rischiamo un'escalation rapida come quella dei Paesi confinanti. La stretta allo studio del governo va in questa direzione. In salita anche i decessi, che sono stati 28 (+12) e i pazienti ricoverati con sintomi (+138). Mentre scendono di 4 unità rispetto a lunedì quelli in terapia intensiva che complessivamente sono 319. Restano in isolamento domiciliare 56.190 pazienti (+1.097). La Campania la regione con il maggior incremento di casi positivi (395), seguita dalla Lombardia (350) e dal Lazio (275). Nessuna regione è a zero casi e la crescita più bassa si registra in Basilicata con 4 contagi.
Nonostante il virus circoli di più, per il momento il governo non prevede nuovi lockdown come quello del marzo scorso. Una misura, si scopra ora, che il consulente del governo Walter Ricciardi considerava di «cieca disperazione». Almeno così parlava delle chiusure disposte dal premier Conte in un articolo scientifico del 2 aprile citato in una nota del rapporto pubblicato dall'Oms il 13 maggio, poi sparito nelle successive 24 ore dal sito dell'organizzazione mondiale della sanità. Ricciardi, che ha firmato l'articolo con altri due studiosi, considerava il lockdown l'extrema ratio per un Paese come l'Italia senza un'aggressiva politica di tracciamento dei contagi e con ampie possibilità di effettuare test di laboratorio, come Taiwan e la Corea del Sud. Dichiarazioni considerate «un atto di accusa» dai parenti delle vittime, che con il comitato «Noi Denunceremo» hanno presentato decine di denunce ipotizzando responsabilità del governo e della Regione Lombardia.
Nonostante l'andamento in salita della curva epidemiologica, il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, non è preoccupato dai nuovi dati . «Certamente servono attenzione e responsabilità da parte di tutti. Lunedì abbiamo fatto il punto come Comitato Operativo e non sono emerse esigenze particolari», dice. A preoccupare molto il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, invece, sono i trasporti: «La regola dell'80 per cento è risibile, una sciocchezza. Significa metro e mezzi pubblici affollatissimi, strapieni. Come pensiamo così di interrompere il circuito? Delle tre regole di prevenzione (mascherine, igiene e distanziamento) infatti, il distanziamento è il fattore più importante in questa fase, ed è fondamentale anche per i trasporti». Sono stati numerosi i casi di mezzi pubblici sovraffollati segnalati sui social.
Vaia invita i cittadini «ad applicare con severità e anche con serenità le regole, senza lasciarsi prendere dalla frenesia del tampone a tutti i costi». «Non dobbiamo lanciare messaggi di drammatizzazione eccessiva ma di attenzione», sostiene.
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