Incontro, lite e sparo: Sofia colpita alla testa

I pm: omicidio volontario. La vigile e l'ex comandante avrebbero avuto una relazione, lui voleva interromperla

Incontro, lite e sparo: Sofia colpita alla testa
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Continua a ribadire la tesi dell'incidente Giampiero Gualandi, il vigile urbano di Anzola d'Emilia, in provincia di Bologna, che giovedì ha sparato, uccidendola, alla sua ex collega, Sofia Stefani, 33 anni, con la quale aveva una relazione sentimentale clandestina. È questo legame tra i due che non convince affatto gli inquirenti, tanto che dopo un lungo interrogatorio l'uomo è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario. La Procura di Bologna gli contesta anche le aggravanti dei futili motivi e del legame sentimentale, anche se gli inquirenti continuano a vagliare altre piste.

Gualandi era stato comandante della polizia locale dell'Unione Intercomunale Terre d'Acqua e sul posto di lavoro aveva conosciuto quella collega di 30 anni più giovane alla quale non era stato rinnovato il contratto dopo il 2023. I due avevano comunque continuato a vedersi e frequentarsi, poi la storia era entrata in crisi. Le voci su di loro circolavano da un po', nonostante lui fosse sposato e lei fidanzata. Da una prima ricostruzione sembra la donna non si rassegnasse alla fine della loro storia. Sarebbe stata lei a chiamare l'ex comandante per cercare di riallacciarla, lui invece sarebbe stato contrario ad un riavvicinamento. Giovedì pomeriggio quello che doveva essere un incontro chiarificatore all'interno della sede della municipale si sarebbe trasformato nell'ennesimo femminicidio. Questa, almeno, l'ipotesi degli inquirenti, anche se Gualandi ha continuato a sostenere la tesi dell'incidente. Il colpo sarebbe partito nel corso di una lite e di una colluttazione. Rilasciando brevi dichiarazioni spontanee in presenza del suo avvocato, però, l'indagato avrebbe parlato di un colpo accidentale mentre puliva la pistola. Poi si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Questa mattina avrà occasione di chiarire nel corso dell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip. Il sostituto procuratore Stefano Dambruoso potrebbe inserire nell'accusa di omicidio volontario anche l'aggravante della premeditazione basandosi sul contenuto di alcuni whatsApp tra i due e sulle testimonianze di colleghi. A confermare l'esistenza di una passata relazione ci sarebbero diversi messaggi, acquisiti agli atti. Il fidanzato della vittima è stato ascoltato dai magistrati. I pm continuano a raccogliere le testimonianze di chi conosceva la coppia, ma non possono contare sulle telecamere per ricostruire la dinamica del delitto perché non nell'ufficio di Galanti non ci sono. I colleghi dell'uomo hanno riferito di non aver visto nulla e di non essersi accorti di un litigio, sono accorsi nell'ufficio soltanto quando hanno sentito lo sparo. Un solo colpo, fatale, che ha raggiunto l'ex vigilessa alla testa. Qualcuno aveva visto i due insieme qualche giorno fa, ma i rapporti non sembravano tesi. «È stato un incidente, non è stato volontario, non è stato un femminicidio. È una tragedia immane per cui siamo tutti devastati», ha detto l'avvocato Claudio Benenati, che difende l'ex comandante.

Sofia era una ragazza molto attiva, originaria di Bologna, amava il pattinaggio e il volontariato e aveva militato nel Pd locale.

Era molto appassionata del suo lavoro, ma dopo aver prestato servizio per due anni nella polizia locale era stata congedata. È possibile che Gualandi, che ricopre anche un ruolo in un sindacato della sua categoria, si fosse offerto di darle una mano.

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