Investito al posto di blocco: morto carabiniere. Il killer era al volante ubriaco ed era scappato

L'uomo alla guida si costituisce: ha precedenti per lesioni e omissione di soccorso

Investito al posto di blocco: morto carabiniere. Il killer era al volante ubriaco ed era scappato

Milano - Avrebbe compiuto oggi 42 anni, ma anziché festeggiarlo l'Arma dei carabinieri è costretta a piangerlo. L'appuntato del Nucleo radiomobile di Zogno (Bergamo) Emanuele Anzini infatti è morto sul colpo poco prima delle 3 dell'altra notte in Val Brembana, a Terno d'Isola, dopo essere stato travolto da un'auto che non si è fermata all'alt di un posto di controllo lungo la Provinciale che da Terno conduce a Sotto il Monte. Sul posto sono arrivate immediatamente due ambulanze della Padana Emergenze e un'auto medica con a bordo gli uomini del 118 di Bergamo, ma per il militare non c'era più nulla da fare.

Alla guida dell'Audi A3 che ha ucciso Anzini - e dopo ne ha trascinato il cadavere per oltre 50 metri prima di fuggire - c'era un 34enne residente a Sotto il Monte, Matteo Colombi, che stava appunto tornando a casa dopo aver alzato un po' troppo il gomito. L'investitore prima è scappato, quindi è tornato sul luogo dell'omicidio spontaneamente ed è stato arrestato dalla polizia stradale di Bergamo: dai controlli è emerso che Colombi aveva il tasso alcolico cinque volte superiore a quello consentito.

Emanuele Anzini lascia la compagna che viveva qui in Lombardia con lui da sei anni a Botta di Sedrina: ricevuta la notizia l'altra notte la donna si è sentita male e il personale di un'ambulanza ha dovuto soccorrerla. Grande è però ovunque in valle il cordoglio per questo carabiniere molto conosciuto non solo per la professione che svolgeva ma anche perché impegnato come volontario nella Croce rossa di San Pellegrino Terme.

Domattina i funerali dell'appuntato saranno celebrati in Abruzzo, a Sulmona, sua città d'origine e dove abita anche l'unica figlia, una ragazza di 19 anni.

Quella dell'uomo che l'ha investito e che ora è accusato di omicidio stradale può essere definita la parabola di una scheggia impazzita e con licenza di uccidere. Appena un anno fa infatti Matteo Colombi era stato denunciato per lesioni e omissione di soccorso perché fuggito dopo aver tamponato una ragazza sempre in provincia di Bergamo, a Ponte San Pietro (il procedimento è ancora in corso) mentre il 29 gennaio di quest'anno gli era stata sospesa per un mese la patente per eccesso di velocità. Nonostante questo l'uomo ha continuato a guidare ubriaco.

«Al di là del dolore profondo per questo carabiniere ucciso mentre adempiva un compito istituzionale, c'è la rabbia - afferma affranto il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, colonnello Paolo Storoni -.

Nonostante le numerose campagne che bombardano le persone di messaggi affinché evitino di mettersi alla guida sotto l'effetto dell'alcol, siamo purtroppo costretti a riscontrare che sono ancora tanti, troppi, coloro che continuano a farlo».

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