Un botta e risposta sul filo dell'ironia: «Beppe Sala voterà per me». «Sei simpatica, ma sto con Majorino». E una precisazione ancora più puntuta: «Il sindaco Sala è ormai spostato a sostegno della sinistra massimalista di Majorino e Schlein, a loro volta appiattiti sui 5 Stelle». E poi in crescendo: «Il congresso del Pd vive una situazione in cui la sinistra estrema cerca di prevalere su quella riformista».
Dottoressa Moratti, è pentita di aver abbandonato il centrodestra?
«Parto da un'analisi completamente diversa del quadro politico regionale. Fontana dice che tutto va bene, Majorino che va tutto male. Io la penso come la maggior parte dei lombardi. Alcune cose vanno bene e vanno mantenute e sviluppate. Altre no e occorre intervenire per cambiare: per esempio il trasporto pubblico locale e la crescita economica e sociale di una Regione che dovrebbe essere leader in Europa e non lo è più».
C'era un problema di poltrone?
«All'unica poltrona su cui stavo seduta ho rinunciato con coerenza e rispetto dei cittadini, mettendomi in gioco. Il vero problema è di come si lavora. Il mio metodo è molto pragmatico. In questo momento ogni assessorato lavora a compartimenti stagni, separatamente. Io, a cominciare dal programma di governo che ho presentato per prima, imposterò una squadra abituata a interagire e a confrontarsi per affrontare e risolvere problemi concreti».
L'aggancio a sinistra è fallito. Si aspettava che il Pd prendesse le distanze da lei?
«La mia è una candidatura civica, aperta al confronto con tutti: partiti, associazioni, sindaci, semplici cittadini, e alla condivisione su temi e metodi di lavoro».
Due candidati, lei e Majorino, non rischiano di eliminarsi a vicenda?
«La contrapposizione fra gli schieramenti tradizionali, destra e sinistra, è superata. Vincerò perché sto facendo una campagna su temi concreti, con risposte concrete: sanità territoriale e liste d'attesa, trasporto pubblico da far funzionare a dovere, investimenti da attrarre, sicurezza da garantire, autonomia. Sono temi di destra o di sinistra? Utilizzerò il metodo Expo. Idee precise su cosa fare e capacità di prendere decisioni. Il voto politico di settembre ha dato una indicazione importante».
Quale?
«Il 37% degli elettori non è andato a votare. C'è un bacino enorme di astenuti, indifferenti o lontani dal voto a cui voglio rivolgermi con proposte concrete, non ideologiche, ancorate alla realtà».
Passiamo ai temi concreti. Il primo non può non essere la sanità. Lei è così critica con l'operato della giunta di cui è stata vicepresidente?
«Quando sono arrivata a gennaio 2021 ho trovato una situazione drammatica e inaccettabile. La campagna vaccinale spediva gli anziani a 100 chilometri da casa. Un'emergenza che in pochi mesi ho risolto facendo della Lombardia il miglior territorio al mondo per vaccinazioni, anche grazie al supporto di medici, personale sanitario, volontari, e al senso civico dei lombardi. Non esisteva poi un monitoraggio dei tempi di attesa. Una situazione confusa e pasticciata che ho affrontato col piglio manageriale di chi è abituato a studiare i problemi e a risolverli».
C'era il Covid, colpa della pandemia?
«No. C'erano carenze strutturali che con il Covid non c'entravano nulla. Ho avviato un monitoraggio struttura per struttura, patologia per patologia, delle liste d'attesa. La Regione non aveva un quadro della situazione, come poteva dare risposte se non in modo parziale e insufficiente?».
Fontana annuncia un lavoro proprio sulle visite e le liste d'attesa. Dite le stesse cose?
«È il lavoro che ho avviato io, doveroso proseguire sulla strada tracciata. Le do un numero: per i ricoveri chirurgici oncologici il rispetto dei tempi di attesa quando sono arrivata non superava il 60 per cento. Quattro persone su dieci erano operate fuori tempo! Una vergogna. In breve ho portato il rispetto dei tempi a oltre l'80 per cento, dimezzando le attese. Ma non basta, c'è ancora molto da fare e in pochi mesi non si fanno miracoli».
I trasporti?
«Allo sbando. I dati dei flussi dei pendolari li ha Trenord, non la Regione. Perché? Il trasporto locale in Germania e in Francia è molto ben strutturato. Perché non dovremmo essere in grado di migliorare? Perché da Pavia puoi andare a Vienna, ma raggiungere Milano è un'odissea? Perché spesso i treni dalla Brianza a Milano sono in ritardo o vengono soppressi?».
Infine c'è la
sicurezza, cavallo di battaglia del centrodestra.«Il tema non è di destra, riguarda tutti. Istituirò un tavolo regionale settimanale con prefetture, forze dell'ordine e polizia locale per capire ed intervenire».
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